Scuola, con la Dad ragazzi irritabili e poco motivati: solo uno su due teneva la telecamera accesa
UDINE. Seguire la lezione del professore dal video del Pc o del tablet demotiva gli studenti. Se questo era abbastanza prevedibile nessuno poteva immaginare che la didattica a distanza (Dad) rendesse più irritabili i ragazzi fino al punto da portarli a preferire i videogiochi agli amici.
Lo rivela lo studio sull’impatto della didatti a distanza (Dad), sulle relazioni e sul benessere emotivo di studenti e studentesse delle scuole superiori promosso dall’assessorato alla Salute del Comune di Udine, dall’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc), dal dipartimento di Lingue dell’università friulana e dall’associazione culturale “Territori delle idee”.
È uno dei primi studi realizzato sul tema, è stato curato dagli psicologi Andrea Paschetto, Susanna Feruglio e Stefania Pascut che è anche la referente del progetto Città sane, dal ricercatore Damiano Cantone e dal docente dell’ateneo friulano Marco D’Agostini, per valutare le conseguenze della didattica a distanza e cercare di riparare i danni prima che sia troppo tardi.
Lo studio
Analizzate le risposte fornite da 1.377 studenti iscritti dal secondo al quinto anno di 20 scuole superiori – il 59 per cento del campione è costituito dai licei, il 36 per cento dagli istituti tecnici e il 5 per cento dai professionali – lo studio evidenzia un «rilevante vissuto di sofferenza da parte degli studenti nel periodo passato in Dad».
Un periodo iniziato a fine febbraio 2020 e proseguito fino alla fine dell’anno scolastico per riprendere dal 27 ottobre al 30 aprile dell’anno seguente. Complessivamente gli studenti hanno perso 65 giorni di scuola regolare. L’obiettivo è individuare criticità e punti di forza di un modello che ha provocato diverse ricadute psicologiche, relazionali e sociali.
Non a caso la ricerca promossa dagli studiosi con l’assessore alla Salute, Giovanni Barillari, perfezionerà l’utilizzo delle nuove tecnologie senza perdere l’esperienza maturata durante la didattica a distanza. L’età media dei partecipanti al monitoraggio (le studentesse sono più della metà) non supera i 16,5 anni, solo uno su due teneva la telecamera accesa durante le lezioni. L’altra metà faceva e pensava ad altro.
I risultati
Partendo dalla didattica, i risultati del sondaggio rivelano che il 41 per cento del campione ha avuto problemi di connessione e che l’82,8 per cento ha seguito le lezioni da solo in ambienti silenziosi. La metodologia più efficace risulta essere l’uso di slide (34,2%), mentre la meno idonea è stata la tradizionale lezione frontale (43%).
Il 52,2 per cento degli studenti dichiara di aver perso il dialogo con i docenti, il 56,3 non si è sentito parte della classe e al 61,8 per cento sono mancati i momenti di condivisione con i compagni al di fuori dell’orario scolastico.
E se il 55,7 per cento degli allievi utilizzava contemporaneamente due dispositivi, il 63,1 per cento ha dichiarato di essersi dedicato ad altro durante la Dad. Nel 43,9 per cento dei casi l’impegno è diminuito senza influire troppo sulle valutazioni visto che il 44,5 per cento ha dichiarato di aver ottenuto risultati scolastici in linea con quelli degli anni precedenti.
I risultati completi della ricerca saranno presentati nelle 20 scuole che hanno aderito al progetto prima di sottoporli alla valutazione del pubblico di Mimesis, il festival della filosofia. —
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