Scuola in lutto, l’ex preside Cum di Fontanafredda vinta dal male a 40 anni

Da dirigente, resse le sorti dei licei D’Annunzio e Alfieri. Lascia marito e figlioletta L’eredità morale: «Sorridere alla vita e viverne ogni attimo»

FONTANAFREDDA. «Sorridere alla vita e viverne ogni attimo». E’ questa l’eredità che Francesca Cum lascia alla figlia Maria Vittoria, 6 anni, e il marito Renato Mariuzzo.

L’ex preside dei licei paritari Alfieri D’Annunzio di Fontanafredda è stata vinta a 40 anni, domenica notte, da un male che non perdona. Aveva diretto dal 2007 al 2009 la scuola fondata dal padre Giorgio Cum, dopo il trasferimento da Sacile.

«Francesca ci ha insegnato a sorridere: lo ha fatto anche prima di morire all’hospice a San Vito al Tagliamento – ha ricordato commosso la moglie Renato Mariuzzo, agente assicurativo –. A sorridere e a continuare a vivere, nonostante la perdita e il dolore: ci ha insegnato anche ad amare gli animali. Francesca citava spesso il padre Giorgio – fondatore delle scuole paritarie a Sacile –. Era un poeta, ex calciatore del Pordenone calcio e preside».

La scuola. La famiglia Cum ha fondato i licei paritari negli anni Ottanta: Giorgio e la moglie Maria Pia si erano dedicati con passione agli istituti riuniti D’Annunzio e Alfieri a Sacile.

«Il trasferimento era stato a Fontanafredda, ma nel 2003 la tragica scomparsa del preside aveva lasciato il timone a Maria Pia e poi a Francesca – ha rievocato quegli anni Mariuzzo –. Nel 2007 è mancata Maria Pia, due anni dopo ci siamo sposati: quindi Francesca si è dedicata alla famiglia a tempo pieno. Abbiamo realizzato insieme tanti progetti».

I colleghi. «Una persona straordinaria – è il ricordo di Stefano Briguglio, docente di lettere –. Ho insegnato 12 anni nei licei paritari Cum: un’esperienza importante. Il modello di scuola-college era vincente e il clima collaborativo ha formato tante professionalità».

Il ricordo si intreccia al dolore. «Francesca era speciale – ha continuato Briguglio –: solare, precisa, colta. Si era laureata in lettere a Trieste, con una tesi su Pirandello e aveva ereditato dai genitori i valori dell’onestà e dell’impegno. Una grande persona».

Il dolore. E’ quello condiviso da tanti pordenonesi che hanno conosciuto Francesca, a scuola e non solo. «Corriamo sempre, un po’ come Vecchioni canta in “Samarcanda”, per sfuggire al suo artiglio freddo – ha ricordato gli anni nella scuola dei Cum un gruppo di docenti –. Salvo poi trovarcela, all’improvviso, di fronte. Francesca è stata un esempio concreto di cosa significhi amare la vita».

Il rosario sarà recitato nel Duomo di San Marco a Pordenone, martedì alle 19, dove mercoledì si celebrerà il rito funebre alle 17.

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