Sedegliano: consiglieri incatenati contro la centrale
Chiesto il referendum: «Se non otteniamo il voto, il sindaco si dimetta». Tranquillo in municipio il primo cittadino: «È tutto in regola».
SEDEGLIANO. Come promesso e annunciato da tempo, si sono incatenati per dire no alla centrale a biomasse. Non solo per la salute, ma anche perché più della metà dei cittadini non è stata ascoltata in merito. E chiedono il referendum. Così tre rappresentanti delle due minoranze ieri davanti al municipio. Continuano così le iniziative sul fronte del no all’impianto. Non si arrendono il Comitato 14701 Sedegliano vive nel rinnovamento e Il Guado. Hanno sostato davanti a palazzo Birarda per oltre un’ora. Numerosi i cittadini che si sono fermati anche per avallare la protesta con una firma.
«Chiediamo il referendum; se non lo otteniamo il sindaco si dimetta, lo chiede il 60%» (percentuale delle 2 minoranze) dice Luigi Masutti, consigliere manifestante. Maurizio Rinaldi suo collega aggiunge: «Non è possibile che il 27% dell’energia sia utilizzato e il 73% sprecato. Non si possono illudere i cittadini dicendo che si pagheranno meno tasse e si avranno più servizi; prima di tutto la salute». E poi Valerio Zoratto, anche lui consigliere: «Questa è la prima manifestazione eclatante a Sedegliano; sempre più frequentemente ce ne saranno altre: in consiglio non viene detto quello che si decide nelle commissioni».
Al primo piano del municipio il sindaco Dino Giacomuzzi e il capogruppo di maggioranza Renzo Truant sono sereni e garantiscono ai cittadini che seguiranno tutti gli sviluppi della situazione, con prossime riunioni informative; garantiscono poi la tutela della salute pubblica. «Non avevo e non ho motivazioni né tecnico-ambientali né di tutela della salute certificate da enti competenti che possono giustificare in qualche modo un parere contrario alla centrale. A oggi – dice il sindaco – minoranze e comitato hanno manifestato contro non portando informazioni o dati accertati e comunque tali che servano a dimostrarne gli effetti negativi. Le minoranze nel loro programma elettorale avevano previsto la realizzazione di una centrale; non c’era scritto di quanti kw, poteva essere quindi, anche più potente di quella prevista. Ora dicono il contrario».
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