“Sei di Prata se...”, il blog è un cult
PRATA. Nel giro di poche ore è diventato un autentico cult. Il gruppo «Sei di Prata se...” conta centinaia di post e di richieste di iscrizioni. Inventato da Matteo Forlin per ricordare la Prata di un tempo, il gruppo è letteralmente esploso di successo, catturando l’attenzione di più generazioni di pratesi autoctoni, emigrati o immigrati. Si va dalla politica allo sport, dalla scuola alla satira, all’urbanistica ma su tutto regna sovrano l’amarcord. I frequentatori del social network stanno facendo a gara per postare fotografie e ricordi di personaggi caratteristici, viventi o già trapassati, che a modo loro per bizzarria o ruolo hanno fatto la storia sociale della comunità.
Il sarto Ustin Rosset, la bidella Mari che lavorava a maglia nei corridoi delle scuole medie, il maresciallo Caputo, gli autisti di sgangherati scuolabus Fiore e Janez, il rude parroco don Ugo, Toni nasa il macellaio reduce di Russia, Ciot delle angurie, Toni Marin teleoperatore ante litteram e Dario dei dischi, il barbiere Cirillo, Tilio il calzolaio, Berlinguer che girava in maniche corte anche d’inverno, Renzo delle biciclette, il maestro Pellagra, Carmelo venditore di stufe e ogni bisogno per la casa, i medici Gianfranco D’Apollonia e Antonio D’Onofrio, figure di una statura morale d’altri tempi, Artemio dei fiori, Vincenzo l’orologiaio, Genio Mortadea il salumiere, Flavia la benzinaia sono solo alcuni dei personaggi entrati di diritto nell’immaginario collettivo dei pratesi di tutte le età.
Non mancano i luoghi di ritrovo: quelli attivi ancora oggi come il bar Prissinotti dove si imparava a giocare a carte fra le “preghierine” degli avventori e le nuvole di fumo, il bar Italia di Rino Parpinel per l’immancabile schedina del Totocalcio del sabato pomeriggio o da Corrado, tappa fissa per chi passava per Prata di Sopra, i negozi storici come il Bravimarket, il Boteghin, Lisotto e Ceccato, le pizzerie Minimondo e Lobia che hanno vestito e sfamato generazioni, il vecchio oratorio e il bar della Tatcher, la colonia pontificia di Bibione e i campi montani per le vacanze estive, l’annuale Marcia delle Rose. E, per tutti, in fondo una riflessione: ma perché la Prata di oggi è così brutta e incolore rispetto al passato? Perché piazza Risorgimento è diventata “l’autogrill”? (g.b.)
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