Sei professionisti della Bassa fondano il primo Asap in zona

Francesca Artico

Carenza di personale: sei medici di medicina generale appartenenti all’Aft (Associazione territoriale funzionale) di San Giorgio di Nogaro, del Distretto sociosanitario Riviera Bassa Friulana si mobilitano per far fonte a una situazione di emergenza derivante dalla carenza di professionisti e “fondano” un Ambulatorio di assistenza primaria (Asap).

A seguito di pensionamenti e dimissioni volontarie (l’ultima legata al trasferimento della dottoressa Elena Baldin) e nonostante siano state attivate le procedure per il reperimento di medici, ai quali attribuire l’incarico provvisorio o temporaneo di sostituzione, nell’ambito di San Giorgio di Nogaro continua a esserci una situazione tale per cui non è garantita l’assistenza primaria a tutti i cittadini.

Al momento attuale ci sono ancora 300 cittadini compresi nell’Ambito territoriale, privi si assistenza primaria, definiti pertanto “orfani”. Ricordiamo che l’Aft, circa 20 mila abitanti, oggi è coperta da 12 medici, contro i 15 che operavano fino a poco tempo fa.

Nel mese di dicembre, il direttore del Distretto Ovest, Elena Revelant, ha concordato con il coordinatore della Aft di San Giorgio di Nogaro (oltre a San Giorgio, comprende i Comuni di Marano Lagunare, Carlino, Porpetto e Muzzana Del Turgnano), dottor Gianni Iacuzzo e con la partecipazione volontaria di alcuni colleghi dell’Associazione territoriale funzionale i dottori Clemente Condello, Elisa Indri, Marzia Inserra, Raffaella Principato, e Giuseppe Taglialatela, l’avvio della sperimentazione di un Ambulatorio di assistenza primaria per garantire la continuità clinica agli assistiti “orfani” del medico di base.

Come sostiene il dottor Iacuzzo «il collaudo per così dire tecnico-logistico può essere considerato del tutto positivo perché non sono state riscontrate criticità di alcun tipo se non la eventuale necessità futura attraverso tutti i canali comunicativi possibili di raggiungere l’intera platea dei pazienti senza medico residenti nell’ambito.

L’affluenza è stata modesta – afferma – ma del tutto compatibile con il numero piuttosto esiguo (poco più di 300) dei pazienti, con la criticità indicata (comunicazione insufficiente) ma anche e soprattutto con l’età piuttosto bassa, la maggior parte sono giovani e giovanissimi. Ciò non toglie che sarebbe estremamente utile mantenere il servizio, che comincia appena ora a essere conosciuto sia perché la criticità dei “senza-medico” persiste, sia per farsi trovare pronti nell’eventualità tutt’altro che remota che la platea dei “senza medico” diventi molto più ampia con l’inclusione di soggetti adulti, anziani, vecchi o semplicemente fragili.

Chiaramente l’adesione dei medici di medicina generale deve continuare a essere volontaria, con la possibilità di coinvolgimento anche di specializzandi e pensionati in libera professione».

Il coordinatore Afd conclude rimarcando che «tuttavia per continuare l’attività, è necessario che ci sia la garanzia che l’Accordo attuativo aziendale e l’Accordo integrativo regionale abbiano seguito per tutto il 2024».

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