Sempre più bambini feriti a casa, i medici: investire in prevenzione

Nell’ultimo biennio 32 ricoveri nel reparto di microchirurgia della mano per traumi e amputazioni. Dalle dita infilate nella falciatrice agli incidenti curiosi. Campagna informativa a tutto campo
Medics
Medics

PORDENONE. Anna, 11 anni, amputazione di tre dita della mano sinistra, quella dominante, per averla messa in una falciatrice. Marco, 4 anni, severo trauma a un dito della mano destra a causa della catena della bicicletta. Giovanni, 6 anni, altro trauma importante alla mano imprigionata nella portiera dell’auto. Sandra, 5 anni, necrosi alla punta di un dito a causa della tricotillomania: durante la notte il ciuffetto di capelli con cui giocherellava dormendo si è annodato e ha impedito il corretto deflusso del sangue.

I nomi sono di fantasia, i casi, purtroppo, sono reali. «Negli ultimi due anni - spiega Alberto De Mas, primario del dipartimento di microchirurgia della mano del Santa Maria degli Angeli - sono stati 32 i bambini che abbiamo seguito a causa di amputazioni, semiamputazioni e traumi importanti alle mani, con una media di uno al mese, ma una maggiore frequenza in estate quando, soprattutto i bambini più grandicelli, aiutano nonni e genitori in attività domestiche».

Un fenomeno, quello degli infortuni che coinvolgono minori, che spesso sfiora la tragedia o, come nei casi elencati, provoca gravi menomazioni. «Nel caso di bambini in età prescolare - ancora De Mas - nei loro “viaggi” alla scoperta del mondo, i traumi a cui rischiano di essere soggetti sono proprio quelli alla parte distale (le dita). Basta pensare ai cassettoni delle camere da letto, a volte anche i cassetti della cucina, o alle porte e alle portiere delle auto, alle cassapanche e anche alle catene della bicicletta.

Frequenti anche incidenti in località di villeggiatura, con i traumi da schiacciamento provocati dalle sedie a sdraio. Quando crescono, dai sei anni in su - elenca ancora il medico - l’area interessata è quella prossimale (metacarpo, mano e polso) diventano frequenti i traumi riportati in attività domestiche o di aiuto ai “grandi”, come quelli attribuiti alla falciatrice che si inceppa e all’azione di liberazione della lama da erba o rami, senza prima spegnere la macchina. Ecco che nel momento in cui l’ostacolo viene rimosso, la lama riparte tranciando tutto ciò che incontra», spiega ancora il primario.

«Oltre a bambini con traumi specifici della mano - aggiunge Roberto Dall’Amico, primario di pediatria al Santa Maria degli Angeli - purtroppo vediamo spesso anche bimbi con ferite provocate da altri tipi di infortuni domestici, come scottature da acqua bollente, dal contatto con pentole roventi, ferite da taglio a causa di bicchieri in vetro o piatti in ceramica. Non sempre - rileva Dall’Amico - l’ambiente domestico è amico dei bambini».

Da qui la necessità di lanciare anche in provincia di Pordenone «una campagna di sensibilizzazione utile a prevenire - anticipa Alberto De Mas - i traumi nella mano dei bambini». Si tratta di un’iniziativa già avviata dalla Società italiana di chirurgia della mano che punta a coinvolgere genitori, insegnanti, associazioni sportive, affinchè sempre più diffusa sia la conoscenza dei rischi potenziali celati tra le mura domestiche, ma anche tra i banchi di scuola e nei capi da gioco, per porvi rimedio evitando l’insorgenza di traumi a volte molto severi con conseguenze pesanti per le piccole vittime.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto