Sequestrata la villa dei genitori di Minatel, al vaglio le telefonate

FIUME VENETO. Da sabato sera la villetta della famiglia Minatel, al civico 49 di via Dante, è sotto sequestro penale. Bruno e Anna, i genitori di Achille, sono stati accompagnati in albergo dai carabinieri.
Una location segreta, per evitare l’assalto mediatico. Il trasloco temporaneo della famiglia si è reso necessario per evitare che la permanenza all’interno delle mura domestiche possa inquinare la scena o eventuali prove, in vista degli accertamenti che saranno condotti dai carabinieri della scientifica in queste ore.
I carabinieri del Nucleo investigativo provinciale vagliano ogni ipotesi. Tracce visibili, all’interno dell’abitazione, non ne sono state trovate. Ma potrebbero affiorare da un esame approfondito. Gli accertamenti serviranno a capire se l’ipotetica aggressione subita dall’operaio di Praturlone sia scattata già sull’uscio di casa oppure in cortile (dove è stata trovata una pozza di sangue, a circa quattro metri dall’ingresso secondario).
Dal vialetto di ghiaia il pensionato Annibale Fabris, 76 anni, scruta la casa dell’amico Bruno. Tutte le persiane sono abbassate. Ma le luci esterne sono rimaste accese e pure le due automobili (un fuoristrada e un’utilitaria) sono parcheggiate dentro al cortile.
Un ombrello è appeso vicino all’ingresso secondario, sopra un paio di scarpe da ginnastica consunte. «Sono passato a vedere come sta – racconta l’anziano, molto scosso –. Achille l’ho visto crescere, era taciturno e tranquillo, non aveva mai creato problemi. Non so cosa sia potuto accadere. Queste sono robe brutte».
La pioggia non ha completato il suo lavoro sulla scena del crimine. Tracce di sangue ancora rilucono nel cortile di porfido e colorano di rosso il vialetto di ghiaia e una pozzanghera, come un memento, mentre i nastri segnaletici sigillano le porte della villetta. La scientifica ha raccolto anche i calchi in gesso di alcune impronte. Anche l’analisi delle tracce di sangue potrà fornire indicazioni sulla dinamica degli eventi, a corollario dell’autopsia.
L’attività investigativa si sviluppa, però anche su altri fronti: al setaccio telecamere, pubbliche e private, e tabulati telefonici per tracciare gli spostamenti della vittima e della sua cerchia di conoscenze nelle ore precedenti il rinvenimento del cadavere. Al vaglio degli inquirenti anche il contenuto del cellulare di Achille Minatel: tutti gli ultimi contatti sono stati spulciati minuziosamente dai carabinieri.
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