Sequestrate dalla Finanza le “Domo-mascherine”: indagato Bruno Carraro

Ipotesi di frode in commercio. Prelevati anche i “panni magici”. Gli inquirenti hanno ravvisato un eccessivo ricarico dei prezzi

AVIANO. Dopo una giornata di ispezioni allo stabilimento della Domovip di Aviano, la Guardia di finanza di Pordenone ha sequestrato 1.660 mascherine e 1.205 panni magici. L’imprenditore Bruno Carraro, nella veste di rappresentante legale della società, è stato indagato per frode in commercio.

Le Fiamme gialle hanno ravvisato ricarichi eccessivi sui prezzi di vendita dei prodotti, segnalando il caso in procura. I detective hanno appurato che il panno magico, un normale panno in microfibra senza proprietà antibatteriche, nella sua versione base viene acquistato a meno di due euro, ma venduto a 23 euro. Gli inquirenti hanno calcolato che una mascherina costa 1,50 euro, ma viene venduta a 7 euro. In entrambi i casi vanno aggiunte le spese di spedizione: altri 18 euro.

Le mascherine sono prodotte dalla Maison Banchi srl di Prato e commercializzate dalla Domovip Italia srl di Aviano. Sul sito della Domovip, prima che la frase fosse cancellata, si leggeva che la mascherina assicura la protezione individuale da schizzi, goccioline e droplet, trattenendo dal 96 al 100% dell’aerosol con cui si diffondono i virus.

Interpellato dai finanzieri, un consulente della Maison Banchi ha risposto invece che non gli risulta che sia tecnicamente dimostrata la ritenzione di aerosol dal 96% al 100%.

In alcuni video promozionali personale della Domovip ha precisato che la mascherina può essere usata sui luoghi di lavoro e negli ospedali.

Le Fiamme gialle hanno acquisito la dichiarazione di conformità Ce e il materiale utilizzato dalla Maison Banchi per la registrazione del prodotto sul sito del ministero (file con l’etichetta e le istruzioni complete). Dai riscontri dei finanzieri è emerso che la Domo-mascherina non è del tipo “medico-chirurgico”, ma è registrata al ministero della Salute come dispositivo medico di classe 1, cioè la più bassa (non c’entra nulla con la capacità di filtrazione). Tanto che i produttori possono registrare il dispositivo online, con una semplice autocertificazione, senza sottoporre il prodotto a test sugli standard qualitativi e di sicurezza.

Le mascherine chirurgiche, invece, sono dispositivi di classe superiore: per realizzarle con tutti i crismi della normativa UNI EN ISO 14683 servono ingenti investimenti in qualità e sicurezza. Le mascherine prodotte a Prato non rispondono a questa normativa, bensì alla più generica UNI EN ISO 14971 per i dispositivi medici, nella quale rientrano, per dire, anche mobili e suppellettili di un ospedale.

L’avvocato Marco Di Benedetto, per conto della Domovip, ha replicato che non è stata bloccata la commercializzazione delle mascherine, ma che il sequestro del materiale è finalizzato solo alle verifiche sulle capacità filtranti del tessuto non tessuto. Il legale della Domovip Italia srl ha inoltre evidenziato come la società avianese si sia limitata a commissionare il prodotto alla Maison Banchi di Prato, che ha confezionato le mascherine e registrato il prodotto sul sito del ministero della Salute. L’avvocato Di Benedetto ha osservato che la responsabilità per la certificazione di qualità fa capo al produttore. Nella vicenda la difesa di Domovip non ravvisa profili che possano integrare l’ipotesi di frode in commercio e la società ha provveduto subito a eliminare dal sito le frasi contestate.

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