Serracchiani: “Non siamo immuni, servono contromisure più efficaci”

La presidente del Fvg chiede di alzare la guardia contro possibili infiltrazioni mafiose in regione. Sergo (M5s) si appella al Consiglio: in ritardo l’avvio dell’Osservatorio antimafia

UDINE. «Appare un episodio grave di infiltrazione mafiosa in un importante comune turistico della nostra regione: è chiaro che non siamo immuni dal contagio delle organizzazioni criminali e dunque chiediamo che contromisure sempre più efficaci siano prese dagli organi preposti alla prevenzione e alla repressione».

È la reazione della presidente Fvg, Debora Serracchiani, all’indagine della Procura distrettuale antimafia di Trieste sul presunto voto di scambio a Lignano.

«Sono finiti i tempi in cui si preferiva parlare della nostra regione come di un’oasi felice, è questo è bene perché gli anticorpi alla malavita si costruiscono con l’informazione e la consapevolezza civica.

Anche se non vediamo l’aspetto più violento della mafia – continua Serracchiani –, anche se è giusto evitare di cedere a generalizzazioni, sono però presenti dei fenomeni criminosi che incidono sui rapporti economici e sociali.

Se confermato, il caso di Lignano deve indurci a una maggiore vigilanza sugli enti locali, per evitare un giorno di trovarci di fronte a situazioni di illegalità più gravi.

Nonostante la maggiore severità delle normative antimafia, è necessario che l’attività investigativa mantenga un profilo di alta dinamicità, anche in considerazione dei molteplici gruppi che anche da Est guardano al Fvg come a una piattaforma per i loro traffici.

Anche a Roma, dove proprio in questi giorni è in discussione al Senato il codice antimafia, ci deve essere piena cognizione della necessità di alzare la guardia in questo territorio e – conclude la presidente della Regione – di provvedimenti conseguenti in ordine al personale e alle dotazioni».

Il Consiglio regionale, su proposta del M5s, a fine maggio ha approvato proprio una legge per prevenire e contrastare i fenomeni di criminalità organizzata e di stampo mafioso.

Visto il caso di Lignano il consigliere pentastellato Cristian Sergo chiede che l’assemblea regionale nomini al più presto i componenti dell’Osservatorio antimafia costituito con la legge.

«L’Osservatorio è uno degli strumenti più incisivi della legge – spiega Sergo – ed è quindi necessario procedere con la massima urgenza. Quelli che oggi vengono definiti come segnali “allarmanti” sono stati da noi denunciati da almeno tre anni.

Già nel 1989 il giudice Borsellino avvisava gli studenti durante un incontro all’università di Udine sulle possibilità di infiltrazione mafiosa nella nostra regione. Ora – conclude Sergo – chiediamo l’immediata applicazione di questa legge».
 

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