Serracchiani prova a spegnere la protesta - FOTO
VAL RACCOLANA. Grintosa. Determinata. Ma anche visibilmente infastidita dall’incrociarsi di voci, di polemiche, di mugugni su ventilate inadempienze e ritardi negli interventi di spegnimento. Così, prima di piombare in Val Raccolana per fare il punto sui lavori di messa in sicurezza della strada provinciale, la presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha voluto incontrare gli abitanti della frazione di Saletto che sabato avevano duramente polemizzato sulla gestione dell’emergenza.
Un faccia a faccia vero, a tratti ruvido, ma che ha stemperato almeno in parte le tensioni anche se non ha riavvicinato del tutto le distanze. Ma non c’è soltanto la protesta di parte della popolazione. La Serracchiani ha dovuto confrontarsi ieri con altre voci dissonanti: quella del sindaco di Chiusaforte, dei rappresentanti della Provincia, dei media.
Senza contare gli attacchi della minoranza e i nodi da sciogliere sull’organigramma della task force destinata alle emergenze. È stato al proposito l’assessore Panontin - pure al centro di una polemica sollevata dall’ex assessore Riccardi sulla sua presunta assenza per ferie – a ricordare che la precedente maggioranza di centrodestra ha affidato al Corpo forestale la direzione degli interventi di spegnimento, salvo delegare alla Protezione civile la garanzia dei mezzi. Il quadro che ne esce è di un’evitabile conflittualiotà istituzionale. Un esempio? Regione e Provincia si scontreranno sul chi dovrà pagare i lavori di messa in sicurezza della provinciale, come se i soldi provenissero da stati diversi.
«Questo – ha detto come premessa – è stato un incendio complesso, difficile da gestire anche perché capitato in una situazione climatica di gran caldo e siccità». Premessa necessaria – fa capire la Serracchiani – per sottolineare che non ci sono stati né ritardi, né errori negli interventi. Proprio per questo, ha voluto rimarcare il suo ringraziamento alle 688 persone che fin dal primo giorno si sono avvicendate per garatentire la sicurezza delle popolazioni, «rischiando giorno dopo giorno la vita».
La presidente del Fvg ha ricordato poi che la Carinzia si è offerta di venirci in aiuto, aiuto che è stato sicuramente importante e «che sapremo contraccambiare», ma resta il fatto che la Protezione civile, i nostri volontari, i vigili del fuoco, il Corpo forestale, il Soccorso alpino avrebbero comunque garantito la messa in sicurezza della montagna. «Anche oggi – ha aggiunto – sono operativi due Canadair, due elicotteri e uno dei due Erickson messo a disposizione dalla Protezione civile nazionale». Insomma, per la Serracchiani è ingiusto oltre che fuorviante accusare le istituzioni di inadempienze.
Prova ne sia, ha detto ancora, che neppure la strada provinciale Val Raccolana è stata di fatto mai chiusa completamente. Da ieri mattina, sono in corso i lavori della sua messa in sicurezza, per ora provvisoria, («cui faranno seguito quelli definitivi») per evitare che eventuali massi possano arrivare sulla sede stradale». Il vero pericolo, ammesso e non concesso che l’emergenza sia davvero cessata, è che le prime, violente precipitazioni possano provocare la caduta di massi che non sarebbero più frenati dalla vegetazione distrutta dalle fiamme.
«È un pericolo reale – aveva riferito in mattinata il Dos, dirigente delle operazioni di spegnimento, Massimo Pugnetti – che possiamo soltanto ipotizzare, ma che non si può ancora valutare nella sua interezza». Intanto, sul fronte degli incendi va sottolineato che nella zona di Chiusaforte, sul monte Jovet e sul Pian del Montasio vi sono ancora focolai attivi, ma le fiamme – grazie al massiccio intervento dei mezzi in volo e dei volontari – sono sotto controllo.
Ma prosegue l’emergenza incendi anche nel Maniaghese e nello Spilimberghese, con nuovi fronti di fuoco. A quello della Val Cimoliana e Val D’Arzino si sono aggiunti i roghi divampati sul monte Corta, ad Andreis e in Canal di Cuna, a Tramonti di Sotto. Volontari e mezzi aerei stanno lavorando senza sosta. Le operazioni continueranno anche oggi.
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