Serracchiani: «Rifondare il sistema della cultura»
Come lei nessuno mai. Uno dei titoli d’affaccio sul cinema di Gabriele Muccino è il cacio sui maccheroni per sintetizzare i primi quattro passi dentro l’École des Maîtres di un presidente di regione in trentadue anni.
Gli altri si fermavano nel foyer, per dirla in metafora, ovvero agendo con la distanza di chi magari apprezza, ma resta in ufficio. L’onorevole Serracchiani - tailleur giacca/pantalone blu - ha oltrepassato ieri la porta che separa l’arte da palcoscenico dalle chiacchiere da marciapiede, accettando col sorriso l’invito del Css, da sempre guida spirituale dei giovani attori d’Europa concentrati sul senso della rappresentazione, qualunque essa sia secondo il credo del maestro. Ce n’è sempre uno, ovvio, sceso dall’Olimpo dei migliori. Ora i ragazzi trattano con Constanza Macras, regista argentina di grido, coreografa e pedagoga del contemporaneo. Poi spiegheremo.
L’École sta già formando spiriti e coscienze, tant’è che giovedì 5 si urlerà il fatidico «Tra cinque minuti in scena», sguardo veloce su quanto finora cacciato nell’anima. Sedici professionisti scelti accuratamente stanno sviscerando il significato di democrazia, guardandosi attorno nell’era critica. Serracchiani individua subito la sintonia fra l’anno dedicato ai cittadini d’Europa e la sinergica Babele teatrale del corso di formazione. Italiani, spagnoli, portoghesi, francesi, belgi sotto l’unica bandiera possibile, quella del linguaggio universale.
«Questa Regione ha l’obbligo di guardare a Est, un’attenzione non sempre alta in passato. È il momento di curiosare altrove, aumentare la soglia del nostro sistema globale di conoscenza. E nella giusta strategia d’espansione - spiega il governatore - credo sia necessario un riordino del sistema culturale, affinché ritrovi l’unità d’intenti dopo la troppa frammentazione. Esistono ben 218 capitoli di spesa. Chiunque può individuare da solo un eccesso che va assolutamente rivisto, spazzando altresì i residui di antichi clientelismi, e formando una rete qualitativamente forte e ricca di autentiche eccellenze». Serracchiani svela una futura strategia di finanziamento. «Sarà triennale, dice, per consentire un più ampio respiro progettuale a chi ne beneficerà». E aggiunge: «Stiamo diventando cittadini europei».
È il co-direttore artistico del Css Rita Maffei a spalmare con cura l’opera trentennale dell’École - creazione di Franco Quadri, uno degli uomini di prosa più influenti del Novecento - protesa non soltanto a plasmare talenti, bensì a creare loro concrete motivazioni di lavoro post seminario.
Il presidente Alberto Bevilacqua, da buon difensore d’aria piccola, anticipa la notizia come il miglior Franco Baresi: «Nel nuovo cartellone di Contatto (a breve la presentazione, ndr) abbiamo fortissimamente voluto Furia Avicola, progetto di Rafael Spregelburd - uno dei drammaturghi più cliccati del terzo millennio - lievitato proprio sulle tavole del San Giorgio e guidato dallo stesso regista. Ecco. Il dopo, solitamente anonimo e meglio definito “della dispersione”, avrà finalmente un contorno solido. Vorremmo non fosse un caso».
Semmai Macras avesse bisogno di cercare conferme negli occhi dei vicini, le espressioni d’appoggio del dirigente del Ministero beni e attività culturali Donatella Ferrante e dell’assessore comunale alla cultura Federico Pirone, confortano la scelta coraggiosa di una metamorfosi curiosa: dare gestualità e voce al purtroppo febbricitante concetto di democrazia.
«Scriviamo parlandone, confrontandoci sulle sensazioni», racconta Constanza. «Chissà perché tutti i movimenti di ribellione nel mondo si sgonfiano sul nascere. Forse loro me lo sapranno spiegare».
Piace la dimensione del momento, il tempo preso al volo e fatto a pezzi crudo, come il sushi. Già lo rimarcò Macras in una nostra intervista: «Il teatro resta un luogo di lotta», uno dei pochi dove il pensare è ancora una mossa naturale.
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