Serracchiani scarica Marsilio sui fondi agli alberghi diffusi

 «Mio padre sta ristrutturando casa, ma non esiste che benefici di contributi». Martines: il partito deve avviare una riflessione. E ora si apre il caso Gerolin
Udine 07 Agosto 2014 conferenza stampa montagna Copyright Foto Petrussi / Massimo Turco
Udine 07 Agosto 2014 conferenza stampa montagna Copyright Foto Petrussi / Massimo Turco

UDINE. Dichiarazioni. Accuse. Dietrologie. Silenzi. E omissioni. Poi irrompe lei e a bocce ferme, quando cioè entrambi i consiglieri sono stati “perdonati” dall’accusa di incompatibilità, spara alzo zero. E fa anche i nomi.

«Il caso locale del consigliere Enzo Marsilio - ha affermato parlando l’altro ieri a Trieste - è emblematico. Mio padre sta ristrutturando casa, ma non esiste che usufruisca dei contributi regionali per quanto gli spettino finché io sarò la presidente della Regione».

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Nel Pd la stragrande maggioranza di quelli che avevano taciuto, sottaciuto, minimizzato, tira un sospiro di sollievo.

La dichiarazione di Serracchiani è una mano che alza il tappeto per mostrare a tutti quello che qualcuno aveva volutamente nascosto. E cioè che la questione morale è un problema anche dei dem, fino a ieri convinti di essere vaccinati e quindi immuni da metodiche che dovevano appartenere per forza di cose soltanto agli avversari. Già, fine della presunzione della verginità politica.

E accade anche che le parole di Serracchiani siano piaciute anche all’opposizione al punto che il capogruppo di Forza Italia, Riccardo Riccardi, prende la palla al balzo e s’inventa una sorta di «Nazareno sulla questione morale. Dopo quello che ha dichiarato la presidente - commenta - presenterò un documento o un ordine del giorno e la inviterò a sottoscriverlo assieme».

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Provocazione o no, l’assemblea regionale è di fatto alle prese con un’importante scommessa pena la perdita dell’ultimo treno che conduce alla stazione della trasparenza.

Enzo Martines, civatiano a metà dopo lo strappo di Pippo, dichiara che adesso «il Pd un’importante riflessione la deve fare. Perché quello che sta accadendo a Roma e sui territori è sotto gli occhi di tutti. E quindi l’idea che chi ha ruoli pubblici deve stare molto attento a quello che dice e che fa. Sì, questo è un tema che sta emergendo in maniera rilevante».

Insomma, manda a dire ai colleghi, «serve molta più attenzione a comportamenti che forse tempo fa sembravano normali e che oggi, giustamente, sono considerati in maniera diversa. I cittadini chiedono questo e quindi dobbiamo porre in atto tutti i comportamenti che possano ridare prestigio alla politica. E la trasparenza è l’argomento principe per ridare lustra alla politica».

Il governatore del Piemonte ed ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, non va per le spicce e suggerisce al premier Renzi «un’altra Leopolda per cacciare i mercanti dal tempio».

Una metafora per affrontare di petto la questione morale. Quella che fa balbettare troppi dem, riscopertisi improvvisamente buonisti e ipergarantisti. Dunque, Serracchiani fa capire che non c’è più tempo da perdere. Anche perché pochi giorni fa aveva riferito che oggi non ricandirebbe tutti.

E dopo i casi Agnola e Marsilio, ecco un’altra patata bollente per il Pd: la richiesta di rinvio a giudizio di Daniele Gerolin, accusato di peculato per 713 euro spesi il 13, 14, 15, 16, 17, 19 e 20 agosto 2010 in una trattoria di Bibione.

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Per l’accusa spesi per ragioni private; a suo dire per incontri legati al suo ruolo istituzionale. In sua difesa è arrivato il capogruppo del Pd, Diego Moretti, secondo cui bisogna attendere la decisione del giudice giacché «al momento parliamo di una richiesta e non di un rinvio a giudizio vero e proprio. Se poi questa richiesta dovesse essere accolta allora valuteremo serenamente eventuali decisioni da prendere».

Ma Gerolin è al centro di un’altra bufera politica. Oltre a essere consigliere regionale è anche funzionario del Consorzio Zipr di San Vito al Tagliamento. Il suo reddito nel 2013, riferito al 2012, era complessivamente di 187 mila euro.

Ma l’interessato non precisa quanto percepisce dal Consorzio. Per l’opposizione si tratta di conflitto di interesse legittimo in quanto il Consorzio riceve contributi dalla regione.

Lui si difende così: «All’inizio di ogni legislatura viene analizzata ogni singola situazione. Ho sempre dichiarato quello che faccio e tutti i pareri non hanno avuto nulla da eccepire. E poi sono un responsabile tecnico e non un dirigente di un ente pubblico economico dove non c’è intervento diretto della Regione».

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