Sesso e ciclismo al Giro del Friuli, vigile urbano condannato a tre anni
UDINE. Tre anni di reclusione e 2 mila euro di multa. È la condanna, integralmente condonata, pronunciata dalla Corte d'Assise del Tribunale di Udine nei confronti di un agente della polizia municipale di Caneva (Pordenone), Fabrizio Ros, 43 anni, coinvolto nell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Trieste su “sesso e ciclismo” che aveva travolto il Giro del Friuli.
Il vigile era accusato, in concorso con un imprenditore nel frattempo deceduto, di riduzione in schiavitù e favoreggiamento della prostituzione di una donna di origini straniere ora residente in Veneto, che sarebbe stata segregata in una casa di montagna e costretta a intrattenersi con gli imprenditori che sponsorizzavano le gare.
La Corte d'Assise lo ha assolto dall'accusa di riduzione in schiavitù perché il fatto non sussiste, ma condannato per il favoreggiamento della prostituzione.
La Corte lo ha dichiarato interdetto per tre anni dai pubblici uffici e dalla tutela e curatela. E lo ha condannato a risarcire i danni alla vittima, costituita parte civile, da quantificarsi in separato giudizio, con una provvisionale di 10 mila euro.
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