Sesto al Reghena, la piccola perla che attira i turisti
SESTO AL REGHENA. La bellezza del centro di Sesto al Reghena e della sua antica abbazia è innegabile, così come sono ricchi di fascino altri luoghi del territorio. Ma questo già c’era prima che si consolidasse, negli ultimi anni, la presenza turistica nel borgo, che sta aumentando e si vuole far crescere ulteriormente.
Grazie a investimenti fatti nel tempo, sinergie tra istituzioni e una pro loco ricca di idee, si può dimostrare che anche una piccola realtà di provincia può attirare turisti.
«Siamo fortunati ad avere a disposizione un patrimonio storico, architettonico e paesaggistico significativo – osserva il sindaco, Marcello Del Zotto – imperniato sull'abbazia di Santa Maria e non solo. Non possiamo trovare grandi masse ma puntiamo a un turismo “lento”, che può avere riflessi su molti settori della nostra comunità, come commercio, ristorazione e alberghi.
Non vogliamo strategie individuali e fini a se stesse: siamo entrati nel club dei Borghi più belli d’Italia, che ci consente di attuare strategie comuni e ottimizzare risorse e idee nei comparti turistico e commerciale».
Ma far nascere sinergie per il turismo significa anche coinvolgere la comunità, per mezzo di sodalizi e imprese, nonché la parrocchia, che gestisce l’abbazia.
Per quanto riguarda il volontariato, «è davvero un orgoglio avere una comunità così frizzante – aggiunge Del Zotto –: ci sono tante associazioni che creano un gran numero di eventi. Per esempio, i comitati di Bagnarola e Ramuscello creano le loro sagre, la Pro Sesto da tanti anni realizza numerosi eventi".
La pro loco si è inventata due manifestazioni di successo come Sexto Vintage e Sexto ’nplugged. Quest’ultima fa arrivare in paese il meglio dell’indie rock in versione acustica: una particolarità unica che fa in modo che tra luglio e agosto arrivino turisti anche dall’estero. Sexto Vintage riporta il borgo nell’atmosfera dei primi anni del rock’n’roll: per tre giorni riempie il centro.
Fabio Bortolussi, presidente della Pro Sesto, spiega che queste idee nascono osservando che, nelle vicinanze, esistevano solo sagre, feste di primavera e concerti di cover band: «Volevamo fare qualcosa di nuovo. C'è stato molto lavoro, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: gli stranieri restano estasiati dal borgo e dai concerti».
In centro si è investito, ridando vita ad alcune strutture, come il complesso Burovich, che comprende auditorium e due barchesse, una utilizzata a fini commefciali e ricettivi (ostello), l’altra adibita a museo di arte sacra e vetrina del territorio. Di recente si è aperta un’area camper.
Negli anni scorsi si sono realizzati gli itinerari della Via dell'abbazia: noleggiando una bicicletta in centro si possono scoprire, tra gli altri luoghi, i prati burovich, la chiesetta di San Pietro (Versiola), il mulino di Stalis e la fontana di Venchiaredo. A breve il Comune aderirà al Parco del Lemene, di cui fanno parte Cinto Caomaggiore e Portogruaro, per valorizzare il patrimonio fluviale e lacustre.
Incognite? «In questo momento, considerando la scarsità di fondi, la vera sfida è mantenere questi luoghi come gioielli – conclude Del Zotto –: serve l’aiuto di tutti, compreso il volontariato».
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