Sesto, il grande dolore dei colleghi di lavoro

Parlano gli operai della Friulpress: «Patrizia sognava la pensione, che tragico destino»
Di Rosario Padovano

SESTO AL REGHENA. Aria molto triste ieri mattina ai cancelli della Friulpress. Nell’azienda che sorge nella zona industriale di Sesto, a pochi passi dal centro, tutti i dipendenti conoscono le persone coinvolte nel drammatico incidente di Villutta.

Infatti Severino Battistutta era un “vicino” di lavoro, l’azienda dove lavorava sorge proprio a fianco alla Fp. Patrizia Simonato era ancora una dipendente, «costretta al lavoro – dicono i colleghi a causa delle legge Fornero».

E poi, la moglie di Severino, Antonella Maitan, è sì dipendente della Dualinox di Cinto Caomaggiore della famiglia Geronazzo di Pradipozzo; ma per anni è stata operaia sempre alla Friulpress.

Insomma, se c’è un’azienda “martire” di questo dramma è proprio quella sestese. I retroscena legati alla vita lavorativa di Patrizia Simonato, che a Pramaggiore la località in cui è cresciuta lascia nel dolore 6 sorelle un fratello e la mamma, sono sussurrati ai cancelli, all’ingresso mattutino, all'alba, quando è ancora notte, e sta per sorgere l’aurora. Grazie al lavoro dei sindacati di base che lavorano all’interno dell’Friulpress, infatti, Simonato aveva ricevuto un aggiornamento del fondo pensione. Proprio pochissimi giorni prima di morire, aveva confidato invece a uno degli operai più giovani che segue le sue vertenze: «Tanto, ho ancora due anni di lavoro, grazie alla legge Fornero».

Un destino, quello degli under 60 che lavorano in fabbrica, comune a Patrizia Simonato e a molti, molti altri. La donna però vedeva la pensione come un miraggio. Lo aveva confidato anche in famiglia. Ippolito Milanese, il marito, era già in pensione da un pezzo, avendo lavorato per tanti anni alle poste, facendosi conoscere apprezzare per le doti umane e professionali a Azzano Decimo. Ma c’è di più. Proprio per la questione della pensione, che stava molto a cuore a Patrizia, la donna l’ultimo giorno della sua vita (coincidenza incredibile) aveva usufruito di un permesso proprio per recarsi all’Inps per scoprire se, tra una piega e l’altra della legge Fornero, si potesse venire a capo di questa situazione e magari restare a casa prima della “scadenza naturale” del 2017.

«Che destino beffardo, assurdo, e crudele», hanno confidato fuori dai cancelli, invece, alla fine del turno. Severino Battistutta, originario di Eraclea, aveva ancora qualche anno davanti, prima di lasciare l’azienda omonima in mano ai due figli più grandi, Enrico e Paolo, prima che Marco (sfuggito per un gioco del destino all’incidente) si diplomasse all’istituto agrario di Spilimbergo. Battistutta lavorava molto sia in Friuli che in Veneto grazie alla sua professione, era un volto conosciutissimo, e anche a Portogruaro non si parlava d’altro che dell’incidente in cui ha perso la vita.

Attesa per i funerali anche nel resto del Veneto orientale in cui Battistutta era conosciuto per averci vissuto: da Eraclea a La Salute, a Caorle.

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