Sfida a 4 per l’ente a rischio chiusura

Provincia di Udine, Fontanini punta alla riconferma, Lerussi, Simeoni e Brini tenteranno di batterlo. Il M5S non partecipa alla competizione
ANTEPRIMA UDINE 28 AGOSTO 2000 BANDIERA A MEZZ'ASTA PALAZZO PROVINCIA TELEFOTO AGENZIA ANTEPRIMA
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UDINE. Quella di Udine è l’unica provincia italiana che andrà al voto. E’ bene ricordarlo subito, a scanso di equivoci, dopo tutto il dibattito (e la radicale riforma proposta dal governo Monti) sull’utilità dell’ente, che ha tenuto banco negli ultimi mesi. Eppure tra domani e lunedì 430 mila friulani saranno chiamati a rinnovare il consiglio (trenta membri) della Provincia che nel vessillo blu ha l’aquila dorata.

Eppure qualche novità sostanziosa, stavolta c’è. Il Movimento Cinque Stelle, che da sempre è favorevole all’abolizione completa delle Province, senza se e senza ma, non parteciperà alla competizione. Una scelta nel solco della coerenza, dettata dallo stesso leader Beppe Grillo, che ieri sera ha chiuso il suo tour di 4 giorni in Friuli Venezia Giulia, per sostenere il candidato presidente alla Regione Galluccio e quello al Comune di Udine Perozzo. Per la poltrona di presidente, dunque, si sfideranno in 4. Due big come Pietro Fontanini (Pdl, Lega, Udc, Maf e Fratelli d’Italia-La destra, presidente uscente) e Andrea Simone Lerussi (Pd, Sel, Sinistra e Scelta adesso) e altrettanti outsider come Federico Simeoni (Front Furlan) e Massimo Brini (Un’altra Regione).

Pochi sussulti in campagna elettorale, vissuta molto sul territorio, visto che il confronto vero, tra i candidati, è in ciascuno dei 30 collegi. L’unico tema vero di discussione è stato il futuro stesso dell’ente. Fontanini punta alla Provincia del grande Friuli, magari accorpando Pordenone e un pezzo di Gorizia da una parte e l’area metropolitana di Trieste dall’altra.

Lerussi invece chiede la fiducia degli elettori per entrare nella stanza dei bottoni e chiuderla davvero la Provincia, giocando di sponda con una Regione governata da Debora Serracchiani. Questa, almeno, è la visione del centro sinistra. A sorpresa anche l’autonomista poche parole e tutta sostanza Federico Simeoni si è detto favorevole alla chiusura di Palazzo Belgrado.

Una Provincia “green”, invece, rappresenta il cuore del programma elettorale del candidato presidente Massimo Brini. Perché «è sull’ambiente che puntiamo per il rilancio del Friuli». Brini vive la candidatura a palazzo Belgrado come una sfida «per una nuova vita dell’ente. Sarà insomma la dimostrazione che le buone idee unite alle soluzioni dei problemi sono l’elemento necessario per rivitalizzare una Provincia e i suoi cittadini, ormai rassegnati a un’istituzione lontana dai bisogni e dalle esigenze della comunità».

Le previsioni alla vigilia? Nel 2008, con il vento in poppa, Fontanini vinse al primo turno, sbaragliando la concorrenza. Oggi è un po’ più difficile decifrare come andrà semplicemente perchè sarà assente il principale partito, cioè il M5S che alle politiche di febbraio raccolse il 27,2%. La coalizione di centro destra è al 28% ma stavolta potrà contare anche su Udc e civiche. Il centro sinistra è al 27,5%. Insomma corsa aperta, almeno sulla carta.

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