Sgomberato l’edificio di via Castelfidardo: 17 denunciati

Sabato all’alba il secondo blitz della polizia. I migranti identificati e allontanati dall’area

È stato sgomberato ieri mattina, alle prime luci dell’alba, l’edificio di via Castelfidardo, tempo utilizzato come ricovero di fortuna da decine di richiedenti asilo non accolti nelle strutture cittadine convenzionate con la Prefettura.

Le squadre volanti della Questura, che sono intervenute nell’area a ridosso della roggia assieme agli agenti della Polizia locale dell’Uti Friuli centrale, hanno identificato e denunciato per invasione di edificio sedici migranti afghani e pakistani, di età compresa tra i diciannove e i trent’anni. Nei prossimi giorni i vigili urbani provvederanno a notificare ai proprietari dell’immobile l’ordinanza con cui si impone la messa in sicurezza dello stabile e la rimozione delle masserizie ancora stipate all’interno.

Il nuovo blitz

La polizia era già entrata in azione giovedì pomeriggio nell’area incastonata tra la roggia, via Castelfidardo e via Calatafimi, dove era stata segnalata a più riprese la presenza di giacigli ricavati dai profughi. All’interno dell’immobile gli agenti delle Volanti avevano trovato soltanto un migrante ventunenne, di nazionalità afghana, già destinatario del foglio di via.

Decisamente meglio è andata ieri mattina: l’operazione è scattata prima delle sette, quando molti dei giovani ospiti abusivi dell’edificio stavano ancora dormendo. I poliziotti li hanno accompagnati all’esterno dell’edificio, avviando le pratiche per l’identificazione in collaborazione con l’Ufficio immigrazione della Questura. Sono stati così identificati dieci pakistani e sei afghani, invitati a raccogliere i propri oggetti personali e lasciare l’area. Una parte di loro, tuttavia, passeggiava nuovamente nell’area nel pomeriggio di ieri.

Cinque sono risultati in possesso del riconoscimento della protezione sussidiaria, quattro in attesa del ricorso dopo il pronunciamento negativo della commissione, altri cinque sono in attesa del parere dello stesso organismo prefettizio, mentre uno - già espulso - ha dichiarato di voler andare in Francia.

Prima della conclusione dell’operazione gli agenti hanno individuato un diciassettesimo richiedente asilo, anche lui di origine pakistana, che stava nuotando nelle acque della roggia: anche per lui, come per gli altri stranieri, sono scattate le procedure legate alla mancata osservanza delle norme sull’immigrazione.

La denuncia

Per i diciassette è scattata anche la denuncia per “invasione di terreni o edifici”, punita dall’ordinamento con la reclusione fino a due anni. Per il reato si procede d’ufficio se a compierlo sono almeno dieci persone contemporaneamente. I proprietari dello stabile saranno ora invitati formalmente dal Comune a provvedere alla messa in sicurezza, per evitare nuove intrusioni. L’ordinanza, che sarà firmata nelle prossime ore, prevederà anche l’obbligo di rimuovere suppellettili e masserizie ancora contenute all’interno del caseggiato.

«Identificare i soggetti»

Soddisfazione per l’esito dell’operazione è stata espressa dal questore, Claudio Cracovia: «L’obiettivo in questi casi è identificare con precisione i soggetti: l’esatta conoscenza di queste persone è garanzia per la sicurezza di tutti – ha commentato il capo della polizia friulana –. Tutti i migranti trovati all’interno della struttura di via Castelfidardo sono risultati censiti, alcuni colpiti da provvedimenti di allontanamento. Altri hanno addirittura rifiutato l’accoglienza ed è nostra cura capire il motivo».

Il questore chiarisce che «questi interventi non sono evidentemente risolutivi, visto che la messa in sicurezza delle aree non è compito delle forze dell’ordine. Quel che è certo è che di fronte alla segnalazione dei cittadini è nostro compito rispondere, in tempi rapidi e in maniera efficace».

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