Si fingevano poveri e invalidi, scoperti

PORDENONE. Verifiche incrociate, giro di vite sugli accertamenti, ispezioni, lotta al lavoro nero: ancora nulla sembra spaventare coloro che pensano (o sperano) di farla franca con signor Fisco. A poco a poco, però, questi cadono sotto i colpi dei controlli. Ne sanno qualcosa 21 evasori totali, 11 datori di lavoro con dipendenti irregolari, 15 falsi poveri, e coloro che, girando con le auto di lusso, anziché essere ammirati e invidiati, sono stati sottoposti ai “raggi x” relativamente alla loro denuncia dei redditi.
Sono stati, i primi cinque del 2013, mesi intensi per la guardia di finanza che ieri, in occasione del 239° anniversario della fondazione, ha reso noto il bilancio dell’attività fino al 31 maggio. «Il permanere della grave congiuntura economica ha imposto al Corpo – spiegano le fiamme gialle – di intensificare gli sforzi» tanto sull’evasione quanto sullo spreco di soldi pubblici.
A proposito di quest’ultimo fenomeno, la finanza ha accertato l’indebita percezione, da parte di alcune imprese locali, di finanziamenti pubblici per oltre cinque milioni di euro utilizzati per finalità difformi da quelle stabilite dalla legge.
Scoperti tre finti poveri al mese, 15 nei primi cinque del 2013, denunciati per avere goduto, senza averne titolo, di assegni sociali e di invalidità, o di esenzioni di spesa, per oltre 300 mila euro. Risultati di rilievo sono stati conseguiti anche nel settore delle quote latte, con il sequestro preventivo per equivalente, di 5,8 milioni di euro.
La guardia di finanza ha svolto numerosi accertamenti, in tutto il Friuli occidentale, anche sulla compatibilità tra il reddito dichiarato e lo stile di vita: il 117 si è avvalso di 600 pattuglie impiegate «in prevalenza nelle attività di controllo economico del territorio».
Tra questi, spicca il “rilevamento su strada” degli indici di ricchezza, quali le auto di lusso, che saranno confrontati con le dichiarazioni dei redditi dei possessori, per verificarne la congruenza.
«Nessuna operazione mirata – spiega il comandante provinciale della guardia di finanza, colonnello Fulvio Bernabei –, è un’attività quotidiana. La gente può nascondere fino a un certo punto i propri redditi che non compaiono ai terminali. Se uno viaggia in R8 e dichiara 7 mila euro, beneficia di agevolazioni sulle rette dell’asilo e non paga i ticket sanitari, chiaro che qualcosa non va».
Altro capitolo scottante è quello dell’evasione. Nei primi cinque mesi dell’anno le fiamme gialle hanno compiuto 1.848 accertamenti sull’emissione dello scontrino e della ricevuta: le violazioni sono state 174. «Siamo al 10 per cento del totale – commenta il comandante provincia –, media tutto sommato ben inferiore rispetto ad altre zone. Lo 0 per cento sarebbe l’ottimale». Individuati, inoltre, 40 lavoratori irregolari, e di conseguenza sono stati segnalati all’autorità competente undici datori di lavoro che li avevano alle dipendenze.
Sono stati oltre 200 i controlli fiscali, che hanno permesso di recuperare a tassazione un imponibile di 32 milioni di euro nonché Iva evasa per 5 milioni; i presunti responsabili delle violazioni penali e tributarie, 36, sono stati denunciati. Complessivamente sono stati scoperti 21 evasori totali, che avevano sottratto al fisco basi imponibili per 26,5 milioni ed evaso 3,8 milioni di Iva. Chi sono gli evasori? «Mobilieri, commercianti, professionisti. Non c’è un prototipo né stereotipo. Purtroppo a volte manca la riprovazione: il ladro ruba a me, l’evasore ruba a tutti perché con le tasse si pagano i servizi, la sanità, la solidarietà».
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