Si insedia a Cividale il Balloch bis: «Sarò sindaco di una città modello»
CIVIDALE. «Sarò sindaco di tutti», aveva scandito Stefano Balloch cinque anni fa, al suo primo giuramento. Oggi alza l’asticella degli obiettivi: «Sarò sindaco di una città modello per l’intero Friuli Venezia Giulia». Perché Cividale, ha evidenziato nel suo discorso d'insediamento, diventerà «europea, capitale di cultura, dinamica, smart».
«Crescerà ancora», insomma, mirando appunto alla conquista di un «ruolo da protagonista nel contesto regionale». Operazione ambiziosa, dunque, ma le carte in regola per portarla dal libro dei sogni ai fatti ci sono, assicura Balloch, ponendo l’accento sulle voci esperienza, unione, coerenza e concretezza (della compagine di maggioranza, ovviamente).
«Siamo carichi - ha affermato - di senso di responsabilità. Ricercheremo il dialogo e affronteremo con determinazione, forti del vasto consenso elettorale ottenuto e certi del sostegno della comunità, le sfide che ci attendono. Avanti senza indugi. Con onestà, impegno, passione ed entusiasmo».
Al manifesto programmatico del primo cittadino, proclamato ieri sera - alla presenza di un folto pubblico - in apertura della prima seduta della nuova assemblea civica, hanno fatto seguito le dichiarazioni d’intenti degli esponenti dell’assise.
A cominciare dai banchi della minoranza. Da Massimo Martina i complimenti ai vincitori e la promessa di un’opposizione seria e convinta: «Siamo pronti al confronto con la giunta, ma eserciteremo con puntualità e scrupolo la funzione di controllo dell’operato della stessa che il nostro ruolo ci impone. Siamo orgogliosi di trovarci in quest’aula: saremo indipendenti, coscienziosi, irreprensibili e, se servirà, duri».
Nel saluto di Guglielmo Bernardi, new entry ma “figlio d'arte” (suo padre Giuseppe fu primo cittadino di Cividale), la difesa di una scelta (quella di slegarsi dal Pd) che «non può essere additata come operazione di rottura: Martina - ha rimarcato - resta nostro punto di riferimento. Sembriamo, oggi, la pietra dello scandalo... ma la nostra è semplicemente un’attestazione di specificità, che esprime il desiderio di rappresentare quei cittadini che non si identificano in un partito».
Nota polemica, poi, dagli scranni della neo maggioranza: l’ex assessore Davide Cantarutti ha esplicitamente manifestato il proprio «disappunto» per l’esclusione dall’esecutivo, «per colpa delle quote rosa».
«Di fatto - ha sbottato - sono l’unico che ha pagato. Nulla contro le donne, per carità. Ce l’ho col sistema e con le sue imposizioni». Parole di buon auspicio per il mandato appena apertosi sono arrivate, a seguire, dai banchi della giunta e dai consiglieri, confermati e freschi di nomina.
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