Si tagliano alberi in via Rizzolo e scoppia un’altra polemica

Bertossi (Prima Udine) teme l’ampliamento dell’ecopiazzola e interroga la giunta Il vicesindaco: è un intervento di diradamento per far crescere meglio le piante 
Cristian Rigo
Udine 17 Febbraio 2020. Consiglio comunale. © Foto Petrussi
Udine 17 Febbraio 2020. Consiglio comunale. © Foto Petrussi



Sono iniziati i lavori di “diradamento selettivo” nell’area verde di via Rizzolo, adiacente all’ecopiazzola, dove nel 2013, in occasione della giornata dell’albero circa 200 studenti avevano piantato 750 arbusti per far crescere un boschetto di carpini, querce, frassini, aceri, olmi, pino silvestre e anche di susino, ciliegio e melo. Oggi, a distanza di otto anni, il Verde pubblico ha deciso di intervenire per «sfoltire l’area lasciando un numero di alberi adeguato alla superficie disponibile».

Nella determina per l’affidamento dei lavori (assegnati alla Imer di Bulfone Remi per un importo di 15.900 euro) firmata dal dirigente del Comune si parla però di «abbattimento di alberi di varia specie e pulizia generale dell’appezzamento rimboscato», una dicitura che ha insospettito il capogruppo di Prima Udine, Enrico Bertossi il quale, insieme al consigliere comunale Giovanni Marsico e ai consiglieri di quartiere Ester Soramel, Cristiana Nicoletti e Fabio Santini ha presentato un’interrogazione scritta per sapere quanti e quali alberi verranno abbattuti.

«A chi possono dar fastidio questi alberi se non al Comune e alla Net, che probabilmente intendono ingrandire l’ecopiazzola per supplire al disastro del porta a porta e al rifiuto di altre zone della città per ospitare altri centri di raccolta - si chiede Bertossi -? Paderno diventerà così il collettore di rifiuti di quasi tutta Udine e soddisferà anche le aumentate esigenze di smaltimento del comune di Tavagnacco, considerato che una parte del centro è destinato a raccogliere i rifiuti anche di quel comune?». E ancora: «Quale colpa hanno gli abitanti di Paderno per subire continue punizioni da parte del Comune: per anni hanno subito l’amianto delle ex acciaierie Bertoli; sono stati sacrificati sull’altare del nuovo tempio crematorio in seguito alle promesse elettorali di Fontanini; a breve si ritroveranno l’ennesimo centro commerciale adiacente al Terminal Nord, per non parlare della nuova sede di Amazon. Inutile sottolineare le mancate promesse sullo sgombero del campo di via Monte Sei Busi dove continuano i falò altamente tossici. E tutto questo - conclude - senza aver mai pensato a migliorare la viabilità della zona».

Tutte accuse che il vicesindaco Loris Michelini rispedisce al mittente: «Non ci sarà alcun allargamento dell’ecopiazzola, il boschetto verrà semplicemente sfoltito per consentire alle piante di svilupparsi al meglio». A illustrare la procedura è il responsabile del Verde, Lucio Bernardis: «Quando, come è accaduto otto anni fa, si effettua un intervento di rimboschimento, viene piantato un numero di alberi di molto superiore al numero massimo che idealmente l’area può ospitare perché non tutte le piantumazioni vanno a buon fine. Poi - spiega - quando gli alberi crescono un po’ è necessario fare spazio tagliando quelli in eccesso e i rami bassi anche per rendere più accessibile l’area. È un intervento necessario per far sì che ogni albero abbia uno sviluppo ottimale senza dover crescere come in un pollaio. Nessun taglio quindi, ma un semplice intervento di selvicoltura. Nel caso specifico un unico filare, su una ventina, non sarà interessato dai tagli perché, essendo rivolto a est, funge da frangivento». —

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