Si tenne i soldi dei clienti: notaio sospeso

UDINE. Sarà sospeso dall’albo notarile Fabio Conte, udinese di 50 anni, accusato di aver intascato da 329 clienti imposte di registro per compravendite e permute senza versarle all’Erario, e il provvedimento resterà in vigore almeno fino a quando il procedimento a suo carico non sarà definito.
La comunicazione al legale Enrico Leoncini, che segue il procedimento disciplinare a carico del notaio, è arrivata dalla prima sezione civile della Corte di appello di Venezia in seguito ai due reclami presentati il 2 ottobre scorso nei confronti dei provvedimenti adottati dalla Commissione regionale disciplinare notarile di Venezia. Il Coredi aveva emesso un provvedimento di sospensione nei confronti del notaio e un ulteriore provvedimento di destituzione proprio in relazione alle sue vicende processuali.
«Abbiamo avuto notizia che il provvedimento di destituzione è stato sospeso – ragguaglia l’avvocato Leoncini – in quanto, come avevamo chiesto e rilevato, la legge notarile prevede che in pendenza di un procedimento penale si debba attendere che la sentenza passi in giudicato prima di decidere per un’eventuale radiazione». Quanto all’altro provvedimento cautelare impugnato, ovvero la sospensione, in questo caso il reclamo è stato respinto, ciò significa che il notaio sarà sospeso e non potrà esercitare, almeno fino a quando il procedimento penale a suo carico non arriverà a sentenza. «È andata come si poteva ragionevolmente prevedere – ha commentato l’avvocato Leoncini – anche se, per quanto riguarda la sospensione, non siamo del tutto convinti: a nostro parere il Coredi non era più competente a intervenire, lo era invece la Corte d’appello».
La vicenda del notaio Conte, difeso dagli avvocati Alberto Tedeschi e Stefano Mauro, approderà al tribunale di Udine il 29 ottobre nell’aula A, la più grande del palazzo. Toccerà al giudice per le udienze preliminari Daniele Barnaba Faleschini quantificare il numero dei clienti che sono stati danneggiati e che hanno titolo a costruirsi parte civile.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzioni Raffaele Tito, riguarda fatti che risalgono al 2012 e al 2013 e contesta al notaio le ipotesi di reato di peculato, falso ideologico ed evasione dell’Iva. Stando alle ipotesi accusatorie formulate dalla Procura, a fronte di 161 omessi versamenti all’Agenzia delle Entrate il notaio si sarebbe trattenuto 585.773 euro.
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