Si tolgono i prefabbricati del terremoto: il presepe di Ara non si farà più

Tricesimo, dal 1976 grazie all’iniziativa di don Annilo Genero nella tendopoli fu allestita la Natività per gli sfollati.
Da allora l’allestimento ha continuato a crescere, ma adesso l’area deve essere sgomberata

TRICESIMO. Erano il ricordo di una pagina dolorosa in Friuli e della sua orgogliosa rinascita. I prefabbricati allestiti ad Ara Grande dopo il terremoto del 1976 per accogliere gli sfollati saranno smantellati, e con loro sparirà anche lo storico presepe che, nel tempo, ha attirato oltre un milione di visitatori provenienti da mezza Europa.

Quando ebbe l’intuizione di rappresentare la Natività in mezzo alla tendopoli per dare conforto e speranza a coloro cui il terremoto del 1976 aveva tolto ogni cosa, don Annilo Genero non immaginava che il presepe dell’ex baraccopoli di Ara sarebbe diventato il più importante del Friuli Venezia Giulia e, con i suoi 2.500 metri quadrati di superficie, fra i più estesi d’Italia.

Per più di un quarantennio l’allestimento realizzato all’aperto grazie al contributo di tanti volontari sotto la direzione dell’instancabile parroco si è rinnovato in un gigantesco cantiere “Dal soreli de montagne al barlùm de marine” che mutava aspetto e colori fra cavi, fari, manichini, gommapiuma, statue, tavolame, e polistirolo.

Anno dopo anno l’instancabile parroco e un volenteroso gruppo di fedeli hanno dedicato mesi alla preparazione di quell’allestimento, divenuto un simbolo per la comunità che nel tempo ha conquistato lo spazio lasciato libero dalle tende, prima, e dai prefabbricati, poi.

L’allestimento e lo smantellamento del “cantiere” tradizionalmente impegnava i volontari per circa sei mesi all’anno. Il presepe veniva inaugurato con la messa di mezzanotte il 24 dicembre con l’accensione delle luci e diventava meta di visitatori fino a fine gennaio.

Lì, alla mezzanotte venivano battezzati gli ultimi nati, lì ha dato il proprio contributo un’intera generazione nel ricordo di una tradizione che, con i problemi di salute del suo padre fondatore, don Annilo, ha cominciato a vacillare. Malgrado le difficoltà negli ultimi anni la comunità ha chiamato a raccolta i volontari per proseguire, nel solco della tradizione.

Ma da quest’anno le luci non si accenderanno sull’immenso scenario all’aperto che, come pochi altri, ha saputo raccontare la magia del Natale.

A determinare la fine di questa esperienza è stata una serie di ragioni, a partire dalle precarie condizioni di salute del suo promotore, don Annilo Genero, ospite da qualche tempo della Fraternità sacerdotale di Udine. Ci sono, però, anche esigenze di sicurezza che hanno imposto una bonifica dell’area, come fa notare il sindaco Giorgio Baiutti.

«Il presepe si estendeva sul terreno parrocchiale e su una vasta area comunale, poggiando su strutture prefabbricate che risalivano al terremoto – spiega il sindaco – e che nel tempo avevano evidenziato problemi di usura e di sicurezza.

Esisteva il rischio che qualcuno si facesse male ed era necessario mettere in sicurezza l’area. Da tempo inoltre avevamo programmato la bonifica dell’amianto che era presente in alcune delle strutture di copertura.

A provvedere sarà un’impresa, l’opera di demolizione dei prefabbricati proseguirà fino ai primi mesi del prossimo anno, nel frattempo, grazie al contributo dei volontari del gruppo folcloristico Rosade furlane è stata effettuata una profonda opera di pulizia. Una volta smantellate tutte le strutture, quella zona che si estende su circa seimila metri quadrati di superficie, diventerà un’area verde attrezzata».

Nel frattempo, spiega il presidente di Rosade furlane Daniele Fabbro «la comunità si è mobilitata per allestire un presepe nella chiesa parrocchiale e uno davanti al centro civico, inoltre illumineremo il paese con 200 lanterne nell’attesa che Ara ridiventi il “paese del Natale”, ma lo storico presepe era indissolubilmente legato a don Annilo che ne era l’ideatore e il custode».

Si chiude quindi un’epoca e la comunità si prepara a voltare pagina.

«L’amministrazione comunale guarda con molta attenzione alla comunità di Ara che è sempre stata una frazione famosa come centro di attrazione per lo storico presepe “curato” da don Annilo – commenta il vicesindaco Renato Barbalace –. Oggi non ci sono più le condizioni per replicarlo, ma noi amministratori auspichiamo che tra le proposte offerte dai tanti volontari della comunità di Ara, in futuro i giovani le tante persone che sono il cuore battente della comunità possano creare nuove opportunità perché Ara sia un centro di grande attrattività». —


 

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