«Siamo stati lasciati soli, ancora nessun aiuto»
CERVIGNANO. «Sinceramente, pensavo che all’articolo di oggi (ieri, ndr) sarebbe seguito almeno qualche riscontro. Era successo in passato, con moltissimi segnali di solidarietà, quando mi ero servita di Facebook per segnalare un paio situazioni di disagio. E invece niente: silenzio totale».
Donatella De Bernardi è una donna e una madre provata dal dolore e dalla fatica, ma energica e combattiva. E la battaglia, prima personale e ora anche legale, che ha ingaggiato nel nome della figlia Alessandra ne è la prova.
Un dato su tutti: i 45 mila euro che è riuscita a raccogliere in due soli anni di attività di associazione, la “Alessandra onlus”, costituita in via Mercato, a Cervignano.
Soldi guadagnati a suon di mercatini, alzandosi all’alba per andare a vendere braccialetti e orecchini, e con le iniziative promosse tra la gente, per raccontare la storia della sua Alessandra e creare una rete in grado di aiutare chi, come lei, ha dovuto affrontare un dramma di tale portata.
La “Marcia longa per il progetto Famiglia”, riproposta lo scorso maggio a Terzo d’Aquileia, è una di queste.
«Quando ti sganci dalla struttura sanitaria, è finita – afferma mamma Donatella –. A quel punto, ti ritrovi completamente abbandonata e in balia di te stessa. Anche quasi tutti gli amici, miei e di mia figlia, ci hanno voltato le spalle. Il primo anno è stato difficilissimo, ma alla solitudine ho reagito cercando di formare un gruppo. Anche questo non è stato – continua –, perchè di fronte a drammi familiari come questi, i più tendono a chiudersi e isolarsi».
Aiutata da Fb per le comunicazioni, è riuscita pian piano a organizzare incontri mensili nella sede della onlus, facendo dialogare gli specialisti dell’istituto “Gervasutta” e della casa di cura “Pineta del Carso” con le famiglie di persone con cerebrolesioni gravi e con i genitori di bambini autistici.
Ora, l’obiettivo è acquistare un appartamento vicino al Gervasutta, per metterlo a disposizione a rotazione delle famiglie che necessitino di una base comoda per i cicli di cure all’istituto. I soldi raccolti servono anche a quello.
«Purtroppo, però, non ho ancora trovato sostegno concreto nelle istituzioni – dice –. Ne ho parlato in Comune, a Udine, a una riunione con quattro assessori. Ma poi, nessuno mi ha più dato retta». Per nulla scoraggiata, la madre di Alessandra ha continuato a lavorare.
«Sto preparando un documentario di più di un’ora – annuncia –, per spiegare cosa sia lo stato vegetativo e per mostrare quale sia la giornata tipo di mia figlia». La presentazione a fine settembre, a Grado. (l.d.f.)
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