Silvia e il ricordo della sorella: «Il vaccino contro la paura»

LATISANA. Profuma di libertà e sicurezza ritrovate, di nuovi abbracci con nipoti e parenti e di una paura lasciata alle spalle. Profuma di tutto questo, e molto altro, la dose di vaccino anti-Covid somministrato ai primi “fortunati” – è proprio così che si definiscono – ricompresi nelle categorie over 80 e dei più fragili, ieri nel centro di vaccinazione allestito nella scuola elementare di Latisana.
La 79enne Silvia Biasin qualche mese fa ha perso la sorella, contagiata dal virus. «Abitava a Torino e con il coronavirus se n’è andata da sola, senza nemmeno il conforto di una carezza – racconta Biasin –. Mi porto dentro il dolore della morte di mia sorella Rosalia, ma non vedevo l’ora arrivasse questo momento perché finora ho sempre avuto paura di uscire. Anche se il dover stare a casa, isolati, fa paura quasi quanto l’essere contagiati». Entrate dall’ingresso principale dell’istituto con il carico di mesi di solitudine, preoccupazione e restrizioni, il migliaio di persone, una volta immunizzate, sono poi uscite sollevate. «Contento di essermi potuto vaccinare» è l’80enne Onelio Morsanutto, così come il latisanese Adelino Anastasia che, con i suoi 82 anni, raccomanda: «Tutti devono vaccinarsi».
L’immunizzazione, certo, non cancella la sofferenza dei mesi passati, ma dona speranza. «Bisogna assolutamente vaccinarsi anche se, a dire il vero, un po’ mi preoccupa – ammette la 79enne Bruna Stocco mentre, in fila, attende il proprio turno –. Stare da soli è dura: in quest’ultimo periodo, più di tutto mi è mancato uscire per andare a trovare i miei familiari e per fare le mie commissioni». E Maria Trevisan, che ieri si è vaccinata a Latisana assieme al marito 89enne Mauro Valentino, definisce l’iniezione «una vera e propria liberazione». «Adesso che comincio a essere protetto contro il virus sono sereno», rivela poi Marcello Zanon, 82 anni.
Ieri c’era un mix di stanchezza e gioia negli occhi degli anziani che hanno ricevuto Pfizer. E a giocare un ruolo fondamentale nella prima giornata di campagna vaccinale nella Bassa friulana sono stati una sessantina di operatori dell’azienda sanitaria.
«Tutti molto gentili, premurosi e ben organizzati – afferma Giuliana Facchin –. Adesso sono molto più tranquilla». E a dirsi «confortato» dopo aver ricevuto la prima dose è Paolino Alessandro Tondello di Palazzolo che, accompagnato dalla moglie Noris Galetti, spiega: «Nei mesi scorsi alcuni miei coetanei, pur molto attenti, si sono presi lo stesso il virus».
«Potrò finalmente rivedere i miei nipoti senza troppa apprensione – commenta Franca Zaina –, auguro a tutti di potersi vaccinare per tornare ad avere una vita sociale». E la 70enne Adriana Battel, conclude: «Ora il vaccino è il bene più prezioso che possiamo avere».
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