Sina, raggiunta l’intesa per la cassa integrazione

Pordenone, lunedì la ratifica al ministero del Lavoro. Sono 180 i lavoratori coinvolti. Gli ammortizzatori sociali interesseranno tutti i dipendenti a rotazione

PORDENONE. Un effetto “cascata”. Se la flessione del mercato dell’auto ha colpito per primi i produttori, non poteva evidentemente restare confinata ad essi. Ora gli effetti della contrazione del mercato hanno raggiunto le concessionarie e gli autosaloni.

«E’ un altro aspetto della crisi», considera Maurizio Marcon, segretario provinciale della Fiom Cgil, uno dei due sindacati (metalmeccanici e commercio), coinvolti nei vari tavoli che si sono aperti in questi primi mesi del 2013 per gestire le situazioni di crisi o di riorganizzazione del settore.

L’azienda più importante della provincia di Pordenone è senz’altro Sina Auto che ha appena raggiunto con i sindacati un’intesa che sarà ratificata lunedì prossimo al ministero del Lavoro, per l’attivazione della cassa integrazione straordinaria.

Una strada obbligata che l’obiettivo di mantenere i posti di lavoro (complessivamente 180 nelle sedi di Pordenone, Spilimbergo, Sacile, Mestre e Portogruaro), e contestualmente portare a termine l’importante investimento della Cittadella dell’auto che la spa sta completando in viale Venezia. L’ammortizzatore sociale, attivato in modo flessibile, interesserà tutti i dipendenti a rotazione, e questo per distribuire in modo equo quello che è comunque un sacrificio anche economico, e dovrebbe anche consentire l’attivazione di una procedura di mobilità volontaria che renderà possibile, per chi al termine dei 2 anni di cigs e dei 3 di mobilità, raggiungere la pensione.

Nessuna riduzione drastica del numero di dipendenti, dunque, ma la volontà da parte del gruppo di salvaguardare l’occupazione, anche completando il nuovo investimento dal quale Sina si attende un ritorno in termini di efficienza, riduzione dei costi, competitività, che le consentiranno di stare meglio sul mercato.

Se Sina cerca di affrontare in questo modo la situazione innegabilmente difficile del settore, altri hanno optato per scelte diverse, come la Brino Bet, marchio Bmw, che ha chiuso invece un’unità produttiva e ha ceduto il ramo d’azienda ad Autostar.

Non bastassero le difficoltà ascrivibili alla crisi, ci sono poi le politiche aziendali dei marchi che creano difficoltà. E sarebbe questo il caso di Peressini, concessionaria Volkswagen e Audi, le cui case vorrebbero imporre il monomarca. Qui il confronto sarebbe ancora in corso.

Altre aziende attive in provincia hanno fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria e dovranno decidere a breve come e se proseguire con gli ammortizzatori sociali. Le imprese di minore dimensione, «quelle per intenderci, al di sotto dei 15 addetti - prosegue Marcon - non hanno nemmeno grandi ammortizzatori a cui accedere: solo la cassa in deroga a cui segue la mobilità non indennizzata. Come sindacati - conclude - stiamo cercando di fare il possibile per evitare i licenziamenti, ma ovviamente non è facile».

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