Sindaco-dipendenti E’ muro contro muro
PORDENONE. Alla fine, dopo oltre un’ora di confronto, resta il muro contro muro. Tra dipendenti e amministrazione comunale, per le mancate scuse del sindaco (anche se c’è stata l’apertura di Claudio Pedrotti a intensificare il confronto in vista di una riorganizzazione della macchina amministrativa) e, ancor di più, tra “soldati semplici” e graduati. Perché sono stati i dirigenti – tutti assenti, a eccezione del segretario generale Paolo Gini – i principali imputati del malcontento, raccontato ieri in un’affollatissima assemblea sindacale.
Scuse negate. Una dipendente delle politiche sociali ha chiesto esplicitamente al sindaco di porre rimedio a un’affermazione – quella secondo cui basterebbe la metà dei lavoratori pubblici per garantire servizi efficienti – da cui si è sentita offesa. Ma le scuse non sono arrivate, almeno non come i dipendenti se le sarebbero attese. «Tenendo conto che non può essere tutto giustificato dal Pil, non ho capito quale disegno strategico possano sottintendere quelle affermazioni – ha incalzato Luca Munno, segretario Fp Cgil –. Oppure era un modo per ottenere consenso politico?». Pedrotti a muso duro: «Se vi chiedete se ci sia stato un calcolo politico ricordatevi che con me questi ragionamenti non valgono perché non sono un politico di professione, ma presto un servizio alla città. Che io abbia usato un linguaggio crudo è vero e di questo mi dispiaccio – è stata la concessione del primo cittadino -. Però le cose che ho detto le penso».
La strategia. Quello che il primo cittadino pensa è che «il vostro tempo deve essere usato meglio, in modo da valorizzare le professionalità che ci sono». I tagli tout court a Pedrotti non piacciono: «Il fatto che abbiamo una pianta organica che continua a diminuire per l’effetto di dipendenti che escono e che non possono essere sostituiti, è una dalle cose che contesto duramente perché con questo sistema perdiamo delle professionalità». E allora l’apertura di Pedrotti è: «Vediamo come insieme possiamo lavorare meglio». Ma come far sì che le competenze siano valorizzate se le risorse – anche economiche – non ci sono? E’ la richiesta del personale.
La riforma. In termini generali Pedrotti ha delineato una riorganizzazione in tre fasi. La prima: «Lo sportello unico, su cui stiamo lavorando anche con altri Comuni». Seconda, «la riorganizzazione del settore tributi in sinergia anche con altri enti (Agenzia delle entrate ndr), non solo per fare la caccia agli evasori. Con l’introduzione di nuovi tributi dovremo essere ancora più efficaci». Terza: «Rivedere l’Ambito socioassistenziale».
Dirigenti. Ma a scatenare i dipendenti è stato il “tasto” dirigenti. Partendo da alcuni interventi critici Maurizio Angeli, della Cisl, ha schiacciato la palla: «Sindaco la invito a fare una verifica profonda dei livelli dirigenziali di questa amministrazione perché oggi siamo in presenza di una vacanza di decisioni. Tante volte i dipendenti si trovano a decidere da soli». Applauso liberatorio. Dirigenti nel mirino anche per premi di produzione percepiti «per far funzionare gli uffici» ha rimarcato qualcuno. Unico a metterci la faccia e a “scornarsi” con la base, è stato Gini che, in premessa, ha subito fatto infuriare il personale: «Come mai non vi ho visto così numerosi a iniziative organizzate quando Brunetta dava dei fannulloni ai dipendenti?». E poi: «Il Comune non ha più risorse, non ci possono essere altri dirigenti». Ma i dipendenti non vogliono più dirigenti, anzi (le parole di Gini hanno subito scatenato la platea). «Se volete sviluppare più professionalità e autonomia – ha ribattuto il segretario – dovete anche assumervi maggiori rischi».
Il pompiere. Chi ha cercato di pacificare gli animi è stato l’assessore al personale Bruno Zille. «Noi operiamo attraverso di voi – ha riconosciuto l’assessore –. Ci sono aspetti organizzativi, ma anche normativi, come ha ricordato il sindaco, che ci ostacolano. E’ chiaro che dobbiamo operare in questo contesto tenendo conto che la pubblica amministrazione non può prescindere dagli effetti di un’economia allo stremo in cui pesano la revisione della spesa e gli effetti del patto di stabilità. Per garantire servizi sempre migliori ai cittadini – ha esortato Zille – abbiamo bisogno di tutti. Bisogna che tutti ci assumiamo questo impegno con responsabilità».
I dubbi. L’assemblea si è chiusa con la disponibilità ad avviare un tavolo per valutare le proposte delle parti su miglioramenti organizzativi, «sperando che sia un primo passo» è l’auspicio di Monica Bertella della Rsu. Ma le tensioni restano. «Le parole del sindaco non ci hanno né convinto né rassicurato – dice Munno -. Storicizziamo quanto affermato da Pedrotti, ma non dimentichiamo».
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