Smantellata comunity di pedofili: 24 indagati, 2 a Udine Le indagini e i messaggi

L’operazione della polizia postale ha coinvolto diverse città italiane. Tutto è partito dalla denuncia dei genitori di una bambina di 12 anni della provincia di Udine. Sequestri e denunce. L’adescamento avveniva via Messenger, Skype e WhatsApp. Sequestrati 22 computer, 46 hard disk, 508 supporti Cd e Dvd, 46 pen drive usb, 50 telefoni cellulari e sim card, 11 memory card. Uno dei "protagonisti" ai poliziotti: "Finalmente siete arrivati"
20090620- CATANIA – CLJ - PEDOFILIA: ONLINE; POLIZIA SEQUESTRA 150 MILA FILMATI- Maxi operazione 'Smasher' contro l'acquisto su Internet e la detenzione di materiale pedo-pornografico compiuta dal compartimento della Sicilia orientale della polizia postale e coordinata dalla procura di Catania. Il bilancio è di quattordici persone arrestate e 253 indagate e oltre 300 perquisizioni in quasi tutte le regioni italiane. Parte delle immagini erano state scaricate da un sito Internet per pedofili il cui server è in Germania. ANSA/ORIETTA SCARDINO / ji
20090620- CATANIA – CLJ - PEDOFILIA: ONLINE; POLIZIA SEQUESTRA 150 MILA FILMATI- Maxi operazione 'Smasher' contro l'acquisto su Internet e la detenzione di materiale pedo-pornografico compiuta dal compartimento della Sicilia orientale della polizia postale e coordinata dalla procura di Catania. Il bilancio è di quattordici persone arrestate e 253 indagate e oltre 300 perquisizioni in quasi tutte le regioni italiane. Parte delle immagini erano state scaricate da un sito Internet per pedofili il cui server è in Germania. ANSA/ORIETTA SCARDINO / ji

UDINE. Sono 24 gli indagati coinvolti nell'operazione antipedofilia «Micione mio» condotta dalla Polizia Postale di Udine, sotto il coordinamento del dirigente del compartimento regionale Pasquale Sorgonà, scaturita dalla denuncia sporta dai genitori di una dodicenne di Udine adescata.

Due di loro, un impiegato stagionale e un consulente, giovani, sono residenti in provincia di Udine.

Dalle 27 perquisizioni eseguite nei domicili degli indagati i poliziotti hanno scoperto un meccanismo di scambio di informazioni, contatti e materiale pedopornografico. In casa di uno degli indagati hanno scoperto un archivio corredato di nomi, età e cellulare delle ragazzine, dai 12 ai 15 anni, cadute nella rete, corredate anche di considerazioni e dettagli erotici. Sono emersi 7.000 messaggi WhatsApp e 106 contatti Messenger. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Trieste, Cristina Bacer, puntano ora a capire quante adolescenti sono cadute nella rete.

L’adescamento avveniva via Messenger, Skype e WhatsApp. Sequestrati 22 computer, 46 hard disk, 508 supporti Cd e Dvd, 46 pen drive usb, 50 telefoni cellulari e sim card, 11 memory card.

"Finalmente siete arrivati". «Finalmente siete arrivati. Vediamo se la cosa finisce». Sono più o meno queste le parole pronunciate da uno degli indagati nell'operazione antipedofilia «Micione mio», quando i poliziotti della Postale di Udine hanno bussato alla sua porta per eseguire la perquisizione.

«Si è dichiarato contento - ha spiegato il dirigente del compartimento regionale Fvg, Pasquale Sorgonà - di essere stato individuato. L'ha vissuta come una sorta di liberazione. Ha ringraziato gli operatori dicendo che si sentiva sollevato. Si rendeva conto di commettere delle cose che non andavano bene ma non riusciva a smettere e finalmente avrebbe potuto porre fine a quella condotta».

In qualche caso durante le perquisizioni i poliziotti hanno constatato che alcuni degli indagati, 24 in tutto tra cui quattro recidivi per reati commessi in danno di minori, in particolare di pornografia minorile e violenza sessuale, consumata e tentata, usavano il cosiddetto «deep web» attraverso il browser «Tor» per scambiarsi informazioni sui minori tramite una sorta di internet "clandestino" con un più profondo sistema di anonimizzazione degli indirizzi IP.

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