Scoperta una rete di spaccio di cocaina: eseguite quattro misure cautelari
Gli agenti della squadra mobile hanno trovato quattro chili di droga in una cucina a Pordenone. La struttura era ben organizzata, identificati anche diversi clienti

Avevano occultato 4 chili di cocaina in gran parte divisi in tre panetti tra i pensili della cucina. Trovata la droga a Pordenone durante una perquisizione, la polizia aveva arrestato due albanesi in flagranza di reato nell’ottobre del 2024. A distanza di qualche mese, l’altro giorno la squadra mobile della Questura di Pordenone ha eseguito quattro misure cautelari.
I provvedimenti eseguiti su richiesta del pubblico ministero Marco Faion e disposizione del gip Francesca Vortali, riguardano i due arrestati in flagranza a ottobre, Denis Gjepali, 33 anni, e Zeferin Ndoj, 30 anni, e i loro connazionali albanesi Kledi Jancari, 31 anni, e Gerti Kotani, 46 anni, tutti indagati per possesso a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il giudice ha disposto il carcere per Jancari, i domiciliari per Gjepali, e l’obbligo di dimora per Ndoj e Kotani. Tutti sono difesi dall’avvocato Guido Galletti.
I provvedimenti cautelari eseguiti sono il frutto delle indagini svolte dalla Polizia che hanno permesso di ricostruire un giro di spaccio organizzato con una fitta rete che contava numerosi assuntori e fornitori di alto profilo criminale in grado di smerciare dal 2019 rilevanti quantitativi di cocaina. La costante attenzione da parte dei poliziotti sul giro di spaccio aveva consentito peraltro di monitorare in tempo reale le trattative per l’acquisto dei chili di cocaina, nonché le cessioni ai singoli assuntori.
Le indagini avevano anche permesso di identificare la clientela e capire il modus operandi della banda di spacciatori, che si era dotata di una vera e propria struttura organizzata con suddivisione di compiti e ruoli nelle varie attività, dall’approvvigionamento allo smercio. Per nascondere la droga, oltre che tra i pensili della cucina, si erano serviti anche di un’auto. Nell’abitacolo avevano creato artigianalmente un vano nel quale occultavano altro stupefacente.
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