Sognava di aprire una pasticceria

SAN PIETRO AL NATISONE. Tragedia nella tragedia. Una situazione che ha il sapore del paradossale, i toni di un dramma dell’assurdo: la scorsa settimana il fidanzatino di Chiara, Roberto Rizzo, ventenne di Togliano di Torreano – con lui la ragazza viveva ormai da qualche tempo, in un appartamentino situato sopra l’abitazione dei genitori del giovane –, era rimasto vittima di un incidente motociclistico, che gli aveva provocato la frattura del bacino. E’ stato in ospedale, così – a Udine, dov’è tuttora ricoverato –, che Roberto ha visto la sua compagna sorridere per l’ultima volta. La aspettava, di certo, anche domenica, probabilmente al termine del turno lavorativo di Chiara, che da qualche mese stava imparando l’arte della produzione dei dolci alla nota pasticceria “La Torinese”, situata nelle immediate vicinanze del Santa Maria della Misericordia: pur avendo concluso il suo percorso scolastico, all’Itc di Cividale, con il massimo dei voti aveva scelto, infatti, di non iscriversi all’Università. Inseguiva il sogno di un’attività in proprio e aveva deciso, pertanto, di calcare le orme della sorella Paola, che da laureata (anch’essa con voti eccellenti) si era lanciata nell’“avventura pasticcera”, appunto, proprio alla Torinese. Ma nel locale, dov’era attesa intorno alle 6 del mattino, la 18enne – avrebbe compiuto 19 anni il prossimo 12 dicembre – non è mai arrivata. E’ finita, senza che Roberto lo sapesse, nel reparto di terapia intensiva del nosocomio, dove per parecchie ore ha lottato contro la morte. Così vicini e così distanti, Chiara e il suo ragazzo. Lui bloccato a letto, lei inghiottita da un coma conclusosi nel modo peggiore: «Mi sono precipitata in ospedale appena mi hanno avvisato della disgrazia, domenica – racconta, provata, l’amica del cuore della Rossi, Sofia Cumini –. Mi hanno spiegato che era in coma, ma tutti, fino all’ultimo, abbiamo sperato in un miracolo. Verso le 18, poi…». Verso le 18 la bionda Chiara è scivolata via, la sua storia si è spezzata. Alla pasticceria Torinese, ieri mattina, nessuno se l’è sentita di parlare. Men che meno Paola, che il giorno dopo la disgrazia ha comunque trovato la forza di raggiungere il posto di lavoro: «Scusate. Non ce la faccio, non adesso», il suo sussurro straziante al telefono.( l.a.)
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