Soldi riciclati in pizzeria, indagato un albanese

Ci sarebbe un oscuro fil rouge tra alcuni degli alberghi e delle pizzerie presenti in diverse località della provincia e, in particolare, della zona collinare. Una “missione” avulsa dalla loro principale attività di ricezione e ristorazione, e funzionale anche agli interessi di soggetti con base fuori regione. È quanto ipotizza la Procura della Repubblica di Udine nell’ambito di un’inchiesta su una serie di presunte operazioni di riciclaggio che sarebbero state realizzate proprio grazie alla compiacenza degli esercenti e dei titolari dei locali friulani.
Sul fascicolo vige ancora il massimo riserbo, ma con le oltre trenta perquisizioni eseguite ieri dalla Guardia di finanza del comando provinciale di Udine, anche con il supporto di cani addestrati, il vincolo della segretezza è parzialmente caduto. Coordinate dal pm Elisa Calligaris, le indagini preliminari sarebbero alle battute iniziali e il numero delle persone coinvolte potrebbe quindi aumentare.
Intanto, a ritrovarsi le Fiamme gialle davanti alla porta di casa e dell’albergo, ristorante e pizzeria “Al Tarcentino” di Tarcento, di cui è titolare, è stato Arti Memolla, orginario dell’Albania, da dove partì più di vent’anni fa per trasferirsi in Italia e mettersi a lavorare con la famiglia come albergatore. Sul decreto di perquisizione l’ipotesi di reato formulata a suo carico è, appunto, quella del riciclaggio. «Ma al termine del controllo – ci ha detto in serata Memolla –, non hanno trovato alcuna prova di quello che cercavano. C’era soltanto l’incasso di ieri (martedì, ndr). Per il resto, era tutto a posto». Toccherà ora all’avvocato Pietro Tonchia, nominato suo difensore, seguire gli sviluppi del procedimento.
Partite su iniziativa della Polizia giudiziaria, le indagini hanno finora permesso di individuare una decina di “terminali” sospetti. Tutte attività che – in tesi accusatoria – avrebbero fatto da “lavatrice” per somme di denaro di provenienza illecità e fatte confluire in Friuli da altre regioni d’Italia. Nella mappa degli investigatori, oltre al “Tarcentino” di via Dante, sono finiti ristoranti, pizzerie (anche al taglio) e alberghi sparsi tra Gemona, Magnano, Cassacco, Buja e Majano. «La Finanza è stata anche nei locali gestiti da miei amici (suoi connazionali, ndr) e parenti», ha confermato Memolla, che qualche anno fa aveva fatto parlare di sè per il coraggio e la determinazione con cui, da profugo giunto in Italia in gommone pagando il passaggio agli scafisti, era riuscito poi a farsi assumere in un hotel e, infine, a diventare a sua volta imprenditore. —
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