Sonego: inutile il commissario per la Tav
UDINE. Non ci pensa nemmeno Lodovico Sonego a fare un passo indietro. Anzi. Il senatore del Pd incassa la protesta dei sindaci della Bassa friulana e dell’Isontino per l’interrogazione presentata al ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi sulla revisione del tracciato e sulle azioni del commissario straordinario per la Tav Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi. Incassa, sì, ma rilancia, perché per lui il commissario non serve. Gli unici responsabili di una simile infrastruttura sono il governo regionale, provinciale e i sindaci e, quindi, le amministrazioni locali.
«La nuova ferrovia Alta velocità-Alta capacità che attraversa la Bassa friulana non è affare da commissario – conferma Sonego –, ma esclusivamente da esponenti che rappresentano i Comuni, la Provincia, la Regione e lo Stato sulla base di un mandato democratico. Come del resto è sempre stato in Friuli Venezia Giulia da quando si discute della nuova Venezia-Trieste-Lubiana.
L’interrogazione al ministro Lupi ribadisce proprio questo nella consapevolezza che molto raramente i commissari svolgono con successo il mandato ricevuto». E se a volte il successo arriva, per il senatore del Pd con Mainardi non si è affatto arrivati a un buon risultato. «Del resto proprio nel caso di Mainardi non si può proprio dire, come ancora si ricorda nell’interrogazione, che l’attività commissariale abbia prodotto un solo risultato utile.
Dopo anni di cura Mainardi il Veneto – ripete il democratico – non ha uno straccio di progettazione o anche semplicemente di intesa su un’ipotesi di tracciato. Solo tempo perso e tanta aria fritta. Anzi i ritardi del Veneto danneggiano anche il Friuli Venezia Giulia perché ogni ipotesi di tracciano nella nostra regione è priva di senso se manca il pezzo veneto. Mainardi è diventato commissario perché ha avuto un santolo che è stato influente uomo di governo e con il quale ha condiviso la passione per il Cadore».
Punto. Le staffilate sono sufficienti per ribadire il Sonego pensiero. Già assessore Fvg alle infrastrutture 10 anni fa, quando si cominciò a discutere dei percorsi della Tav in Fvg, il senatore del Pd non entra nel merito del tracciato, non svela nemmeno come la pensa. Per lui su tutto vale la questione del metodo, e quindi di una scelta che va fatta a livello locale, perché altrimenti, sostiene, «sarà solo un pasticcio, in Fvg come in Veneto».
E se i primi cittadini del Friuli e dell’Isontino gli hanno mandato a dire che lui non rappresenta le loro richieste, Sonego non si scompone. Ripete il tema del metodo. «In questa vicenda la questione della rappresentatività di un vecchio senatore è un de minimis, l’importante è che per la Tav ci sia il protagonismo non eludibile delle istituzioni locali e centrali e, credo, che sia utile sostenere tale impostazione anche in Senato. Sono contento che in realtà le cose stiano così – conclude Sonego – ed è per questo che auguro buon lavoro alla presidente Debora Serracchiani e ai sindaci». Che oggi a Udine avvieranno il confronto sulla Tav.
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