Sorprendente Koll: «Giovani, continuate a curare lo spirito»

I pantaloni lunghi e una maglia nera coperta da un casto cardigan bianco. Dei capelli lisci e ordinati, la faccia pulita, senza trucco, e un sorriso di una serenità disarmante. Fa un certo effetto rivedere Claudia Koll, l’attrice romana resa famosa dal film erotico di Tinto Brass Così fan tutte (1992), testimoniare la sua conversione. E’ successo giovedì sera alla Casa dell’Immacolata di via Chisimaio dove l’artista romana ha raccontato la sua storia per l’undicesima edizione della settimana di “Musica, sport e solidarietà”. Ad ascoltarla, sotto il tendone allestito per l’occasione, più di un centinaio di persone.
«Sono una figlia del Giubileo», ha detto la 48enne Claudia Koll. La sua “ri-conversione”, infatti, è avvenuta nel 2000. «Solo allora sono riuscita ad emergere dalla palude in cui ero caduta per ritornare al Signore e alla religione con cui ero cresciuta da bambina».
Un racconto che ha coinvolto i presenti anche per la “dolcezza del dire” di Claudia, come sottolineato da Antonella Lanfrit, giornalista e moderatrice dell’incontro. Il tema della serata prendeva spunto dal titolo del meeting: i giovani e la speranza. E Claudia Koll ha parlato dei “suoi ragazzi”: i due adolescenti del Burundi che sta ospitando nella sua casa di donna single e gli studenti della Star Rose Academy di Roma, l’accademia romana fondata dalle suore orsoline della Sacra Famiglia. La scuola, di cui Claudia Koll è direttrice artistica, si propone di formare i futuri attori del teatro, del cinema e della tv. «Dico sempre ai miei ragazzi che non devono aver paura del mondo, nemmeno di quello dello spettacolo. L’importante per loro è rimanere fedeli». Il problema, secondo Claudia Koll, è che «i giovani vivono secondo la carne e non seguono più lo spirito». Un problema aggravato dall’assenza di guide forti tra gli adulti perché, secondo l’attrice, siamo alle prese con una “crisi di paternità”. «Si sta deteriorando il rapporto tra padre e figlio. E questo si manifesta nelle difficoltà che insorgono nella famiglia, il nucleo fondamentale della nostra società». E anche la politica, nel pensiero di Claudia Koll, riflette il degrado di relazioni che si trovano nei rapporti familiari. «Anch’io ho avuto un’infanzia difficile», ha ammesso raccontando però che, dopo la conversione, ha ricostruito il rapporto con i suoi genitori. «Da allora la preghiera nella mia famiglia è diventata contagiosa: andiamo a messa ogni giorno ma non mi considero né una bigotta né una santa. Sono io, mi sono ritrovata», ha concluso. Una testimonianza che ha toccato il pubblico e che è stata introdotta dall’intervento di don Gianni Arduini, il presidente della fondazione della Casa fondata da don Emilio de Roja. «Non dobbiamo farci sopraffare dai pregiudizi e pensare che non sia possibile cambiare. La nostra amica Claudia ne è un esempio esemplare, quasi miracoloso». Don Arduini ha poi ricordato gli ultimi appuntamenti del meeting. Oggi, alle 21, l’esibizione del gruppo I Trigeminus. Domani la giornata conclusiva con il torneo di calcio internazionale, la messa e il pranzo conviviale per tutti.
Davide Lessi
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