Sos da 17 Comuni: così si fermano tutti i cantieri

Parte da Remanzacco rivolto alla Regione un appello contro il patto di stabilità. Cividale è risultata la grande assente, presenti sindaci del Collinare e Medio Friuli

REMANZACCO. Adesione piena. Il sindaco di Remanzacco Dario Angeli ha fatto centro: una ventina (per difetto) erano i Comuni chiamati a raccolta per stilare una proposta salvagente – in materia patto di stabilità – da inoltrare al presidente della Regione Tondo e diciassette hanno risposto all’appello. Grande assente, Cividale (capofila di un Aster che accorpa dieci realtà municipali): per il resto il panorama ha spaziato sull’intero Medio Friuli, allargandosi dalle Valli del Natisone all’area di Fagagna, Tricesimo e Moruzzo e spingendosi – sul fronte opposto – fino alla Bassa, grazie alla presenza di Varmo.

Da sindaci e funzionari del settore economico-finanziario una preoccupazione unanime per le conseguenze dei principi fissati dalla formula della competenza mista: il panorama che ne consegue, hanno accusato, è «semplicemente folle» e prospetta scenari «paradossali», da vicolo cieco. «Non ci sono scappatoie – si è osservato –: un patto del genere non è sostenibile e spingerà tutte le amministrazioni, o quasi, dritte dritte verso il rischio del danno erariale».

Perché le questioni aperte, quelle su cui il plotone dei primi cittadini chiede immediata chiarezza alla Regione – tramite un documento varato al termine del meeting e indirizzato, appunto, a Tondo –, sono molteplici: in un quadro che, sostanzialmente, blocca le risorse disponibili come deve muoversi chi ha appaltato dei lavori? Che fare, dei cantieri aperti? Forse bloccare i pagamenti alle maestranze? E quale il destino dei contributi in giacenza? C’è poi l’incognita dei risvolti degli sforamenti, e quella sulla chiusura dei mutui.

Così come ci sono fior di esempi di circoli viziosi: «Si pensi alle scuole: le opere di messa a norma sono obbligatorie, ma per rispettare il patto di stabilità parecchi Comuni saranno costretti a venir meno all’impegno». Discorso analogo vale per gli interventi nel settore dell’igiene ambientale.

Insomma: un autentico marasma, «non casuale – a parere del sindaco di Reana del Rojale Edi Colaoni, che si aggiudica il titolo di “mattatore” del dibattito – ma dettato da una precisa filosofia: far saltare, cioè, il sistema delle autonomie locali. Basta buonismo – ha sbottato –, non ci porta da nessuna parte. Altro che pazienza e fiducia, qui è ora di imbracciare il forcone!».

A raffica d’interventi conclusa la platea degli amministratori è passata all’azione, approvando un documento articolato in quattro richieste di revisione dei dettami del patto di stabilità. Contestualmente è stata programmata l’attivazione di un gruppo di lavoro, che avrà il compito di monitorare la situazione e che sarà spalleggiato da Confartigianato, rappresentata alla riunione di ieri dal presidente regionale Graziano Tilatti.

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