Sos scuola, arriva la prima lettera di licenziamento per una maestra

PORDENONE. Prima sentenza di merito negativa per una maestra in ruolo con diploma magistrale a Pordenone: la lettera di licenziamento le arriverà entro l’estate dall’Ufficio scolastico. Ma il Coordinamento dei diplomati magistrali non ci sta: Imma Iovine coordinatrice di 400 maestre nel Friuli Occidentale ha alzato la voce e invoca la sanatoria o il decreto d’urgenza. Per tutti i colleghi in cattedra (supplenti e di ruolo) con il diploma abilitante 2001-2002: tanti saranno cancellati dalle Graduatorie a esaurimento Gae e revocati i contratti in ruolo. «La collega di ruolo a Pordenone ha terminato l’anno di prova, ma si troverà senza lavoro questa estate e dopo anni di insegnamento – ieri Iovine ha anticipato azioni di lotta –. Quante docenti con il diploma magistrale saranno licenziate questa estate? Ci saranno centinaia di alunni senza insegnanti e con la continuità didattica interrotta in Friuli nell’anno scolastico 2018-2019».
Le sentenze
Un pronunciamento del Tar del Lazio sul ricorso numero 08558/2014 ha respinto le ragioni delle maestre diplomate magistrali e annuncia migliaia di licenziamenti in tutta Italia. Lo sciopero è annunciato il 29 maggio dai sindacati di base Cub e il Coordinamento di Pordenone accorcia i tempi. «Fra pochi giorni saremo di nuovo a Roma in sciopero della fame e incatenati – Iovine ha partecipato a fine aprile al primo sit-in – davanti al ministero dell’Istruzione in viale Trastevere. Sono stata anche in Parlamento per seguire l’interrogazione della neo eletta Monica Ciaburro sul nostro calvario e con venti colleghi anche in Regione. Altre sentenze di merito negativo saranno probabilmente pronunciate». Si annuncia un licenziamento di massa.
La soluzione
«Chiediamo un decreto d’urgenza in Parlamento – ha continuato Iovine –. Ci sono le commissioni speciali e siamo sicuri che molti parlamentari ci ascolteranno. La mobilitazione è attiva da mesi a Pordenone e in regione. «Le sentenze di merito negative comportano il licenziamento di migliaia di docenti nella primaria – dicono le maestre diplomate –. Non resteremo a guardare mentre ci eliminano uno alla volta dalla scuola. Siamo pronte a difendere i diritti acquisiti con anni di lavoro in cattedra». Gli scioperi proclamati dall’Anief, Cobas-Cub non sono bastati. «Riprenderemo lo sciopero della fame – Iovine va avanti –. Il Governo, il Parlamento e il ministero dell’Istruzione si adoperino per bloccare gli effetti della sentenza negativa del Consiglio di Stato, pubblicata lo scorso 20 dicembre». È quella che condanna all’espulsione centinaia di insegnanti nelle scuole primaria e d’infanzia. «Retrocessi “de iure” a precari e supplenti novelli? – protestano le maestre pordenonesi –. No grazie».
Il futuro
La battaglia sarà dura: i tempi della soluzione rallentano perché manca il nuovo Governo. «Non andremo in ferie – fanno gli scongiuri Iovine e colleghe –. Le famiglie di migliaia di alunni saranno dalla nostra parte: si prospettano cattedre vuote, in caso di licenziamento di 400 maestre nel Pordenonese e circa mille in tutto il Friuli». La sentenza del Consiglio di Stato e il parere dell’Avvocatura di Stato hanno previsto un licenziamento di massa. «Un’ingiustizia – ha concluso Iovine – . Chi rientra nella sentenza passata in giudicato non sarà licenziato. Per tutte le altre maestre, invece, addio al ruolo e via libera all’espulsione dalle Gae».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto