Sotto stretto contro il confine di Tarvisio e l'aeroporto

Più uomini per combattere le infiltrazioni di foreign fighters e sorveglianza rafforzata all’aeroporto di Ronchi dei Legionari
Tarvisio 15 Dicembre 2015 controlli polizia con supporto esercito Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti
Tarvisio 15 Dicembre 2015 controlli polizia con supporto esercito Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti

UDINE. Porti, aeroporti e confini. Il Viminale, dopo gli attentati di Bruxelles, a pochi mesi di distanza dagli attacchi che hanno sconvolto Parigi, ha deciso di intensificare i dispositivi di sicurezza in tutta Italia.

Anche a Nordest dove le frontiere terrestri del Tarvisiano – il cui controllo è già stato rafforzato a fine dicembre con l’invio in Friuli Venezia Giulia di 35 militari, sui 90 totali stanziati in regione, dell’operazione “Strade Sicure”, che hanno portato il totale a 130 uomini – potrà contare, a breve, su un’ulteriore dotazione formata da una decina di “specialisti” dedicati espressamente alla verifica dei migranti che, quotidianamente, attraversano il confine e arrivano in Italia.

«La possibilità che attraverso i Balcani – ha spiegato Irene Tittoni, direttore della polizia di frontiera del Nordest – entrino nel Paese alcuni foreign fighters è concreta ed è per questo che il ministero dell’Interno ha deciso di rafforzare i controlli.

Il livello di allarme è stato elevato in tutta Italia dal momento stesso dello scoppio delle bombe di Bruxelles, ma per quanto riguarda le frontiere terrestri faremo ancora di più.

Nel Tarvisiano stiamo inviando una decina di uomini, distaccati da altri presidi della Penisola, specialisti nella gestione dei flussi migratori e che affiancheranno le forze dell’ordine e i militari presenti nelle verifiche di coloro che entrano in Italia. Uno sforzo ulteriore, nonostante non ci siano al momento esigenze contingenti di particolare gravità, messo in atto per garantire ancora maggiore sicurezza al territorio».

Un controllo concreto, e tangibile, dunque, ma lo spettro di azioni a contrasto di possibili infiltrazioni terroristiche deciso dal Viminale è molto più ampio. «Stiamo effettuando controlli incrociati – ha continuato Tittoni – a partire dai database italiani ed europei in base, anche ma non soltanto, alle segnalazioni che riceviamo quotidianamente. Ma verificheremo con ancora più attenzione pure la documentazione di chi attraversa i confini, specialmente se per presentare richiesta di asilo in Italia».

Più uomini alle frontiere terrestri, quindi, ma da Roma, nei giorni scorsi, è stato diramato un ordine più ampio e perentorio: aumentare la presenza e il monitoraggio di ogni obiettivo sensibile compresi porti e aeroporti della Penisola.

«I controlli non saranno più effettuati – ha concluso Tittoni – soltanto all’interno delle aree partenze, ma verranno verificati i documenti e le generalità di tutti coloro che tentano di accedervi. Lo scalo di Ronchi dei Legionari? Le disposizioni ministeriali sono univoche e valgono dappertutto per cui anche l’aeroporto di Trieste dovrà sottostare alle medesime procedure applicate in tutta Italia».

Tittoni non entra nei dettagli tecnici delle disposizioni, ma è possibile che anche in Friuli Venezia Giulia venga applicato lo stesso schema visto, da martedì, all’aeroporto Fontanarossa di Catania.

All’interno dello scalo siciliano, infatti, dopo la serie di attentati che hanno sconvolto il Belgio, può accedere soltanto chi deve partire: coloro che hanno in mano una carta d’imbarco, la prenotazione del volo oppure quelli che devono acquistare un biglietto direttamente in aeroporto. Rimangono fuori parenti e accompagnatori, tranne chi deve assistere passeggeri con esigenze particolari.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:terrorismo

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto