Spacciava droga agli studenti in stazione

di Elena Del Giudice
MANIAGO
L’appuntamento era alla “casetta”, la vecchia torre di deposito dell’acqua vicino alla stazione ferroviaria di Maniago, per acquistare un po’ di fumo, per lo più marijuana e hashish. Il venditore era poco più che un ragazzino, aveva diciassette anni soltanto qualche mese fa, e gli acquirenti erano giovani come lui, alcuni minorenni, altri maggiorenni. Quasi tutti studenti, o delle superiori o universitari.
Lo spaccio alla casetta è stato stroncato mercoledì quando la Polfer di Pordenone, al termine di un’indagine portata avanti per alcuni mesi, ha provveduto a fermare il pusher in erba grazie a un provvedimento emesso dalla Procura della repubblica presso il tribunale del minori di Trieste, ovvero una misura cautelare che prevede l’accompagnamento in comunità del ragazzo, oggi maggiorenne, ma che, all’epoca dei fatti che gli vengono contestati non aveva ancora raggiunto la maggiore età.
L’indagine si è iniziata a settembre quando era stata notata una presenza sospetta di ragazzi che sostavano e si aggiravano con una certa insistenza all’interno della stazione ferroviaria di Maniago e nelle sue immediate vicinanze. Da qui sono partiti gli accertamenti attraverso appostamenti, controllo con le telecamere, intercettazioni telefoniche, che hanno condotto gli inquirenti ad accertare che oggetto di quell’andirivieni di ragazzi era un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Il “mercante” era il ragazzino, ora in comunità, che aveva dato vita a un fiorente spaccio di marijuana e hashish. Ricercato per la qualità della merce, aveva come clienti per lo più studenti delle scuole superiori e universitari, di cui molti minorenni. Il luogo in cui avveniva l’attività di spaccio era una struttura dismessa delle ferrovie, una ex torre di deposito dell’acqua, che tra spacciatore e clienti veniva chiamata “casetta” e che serviva sia come base operativa sia come “fumeria” per alcuni giovani.
L’altro giorno è stato eseguito il provvedimento cautelare, ma nelle settimane precedenti la Polfer di Pordenone, su mandato della Procura per i minori, aveva già eseguito otto perquisizioni avvalendosi di una trentina di poliziotti con unità cinofile, sequestrando una trentina di grammi di sostanza stupefacente, due coltelli, una pistola giocattolo, fedele riproduzione della Beretta in dotazione alle forze dell’ordine, e altro materiale utile al confezionamento in dosi dell’“erba”, e anche materiale che gli investigatori ritengono possa essere stato provento di furto, tra cui un cartello stradale. Nel registro degli indagati, oltre al giovane già denunciato, sono finiti altri tre ragazzi, tuttora a piede libero, per favoreggiamento in concorso all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.
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