Spara con il fucile e la canna esplode: ferito

Zoppola, incidente di caccia a Murlis: lesioni a una mano per un 70enne, subito operato a Pordenone. Tanta paura, ma non è grave

ZOPPOLA. Preme il grilletto del fucile e la canna gli esplode addosso. Se l’è vista davvero brutta un settantenne di Zoppola, G.P., che è rimasto ferito in un incidente di caccia. Lo scoppio della canna dell’arma ha procurato lesioni alla mano sinistra.

È stato trasportato all’ospedale di Pordenone e sottoposto a un’intervento chirurgico eseguito dal dottor Giorgio Udali, per salvare il pollice e medicare le altre dita. Tanta paura, ma le sue condizioni non sono gravi anche se, ovviamente, andranno valutati gli effetti a lungo termine delle lesioni. Dovrebbe essere scongiurato il rischio di amputazioni.

L’incidente si è verificato a Murlis, dove il settantenne era impegnato in una battuta di caccia assieme al genero. Il settantenne ha imbracciato il fucile (regolarmente denunciato) e dopo aver preso la mira, tenendo correttamente la mano sinistra sotto la canna per avere maggiore stabilità e precisione, ha premuto il grilletto.

In quell’istante si è verificato il malfunzionamento, forse un’ostruzione: invece dello sparo nell’aria è riecheggiato il fragore di una vera e propria esplosione, quella della canna che veniva lacerata dalla pressione interna.

La mano sinistra del settantenne di Zoppola, che teneva la canna, è stata quindi investita in pieno dallo scoppio. Sull’incidente hanno avviato accertamenti i carabinieri della stazione di Fiume Veneto e il fucile, come da prassi in questi casi, è stata sequestrato.

L’incidente è risultato, insomma, meno grave rispetto a quello accaduto domenica scorsa a un operaio cinquantenne morsanese, nella zona dell’ex Mulino prima del ponte di Madrisio. Stava camminando con il fucile sovrapposto (a due canne) in braccio, quando probabilmente era scivolato.

Aveva cercato di afferrare il fucile ma erano partiti inavvertitamente due colpi in sequenza. Le scariche di pallini lo avevano raggiunto alle mani. Era stato affidato agli specialisti del centro di riferimento regionale per la chirurgia della mano di Pordenone, coordinato dal primario Alberto De Mas.

Le lesioni erano molto serie ed era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico per tentare una ricostruzione dei tessuti.

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