Spara e uccide il cane di un passante: denunciato dai carabinieri

L’episodio domenica 1° novembre a San Daniele. Freddato Adamas, un border collie di due anni e mezzo

SAN DANIELE. Un cacciatore spara e uccide il cane di un passante, un giovane border collie di nome Adamas. Poi lo finisce a distanza ravvicinata. Tutto ciò sotto gli occhi del padrone, incredulo e annichilito dal dolore.

È accaduto domenica, verso le 16.30, lungo un sentiero di campagna di San Daniele, nella zona compresa tra via Udine e via Fagagna. Sul posto, su richiesta del proprietario dell’animale e di due dei suoi figli arrivati in pochi minuti, sono intervenuti i carabinieri.

Ecco cosa è accaduto secondo la prima ricostruzione dei militari. Mensud Lepic, un quarantunenne originario di Sarajevo che abita da diciotto anni nella località collinare ed è il responsabile di produzione di un prosciuttificio, stava passeggiando in mezzo ai campi, vicino a casa, con il suo “fido” di due anni e mezzo, che era alcune decine di metri davanti a lui.

All’improvviso ha sentito uno sparo, poi i gemiti del suo cane. Si è messo a correre e ha incontrato un cacciatore, un cinquantunenne di San Daniele che era con due cani da caccia. Ha visto l’uomo puntare di nuovo il fucile contro la bestiola ancora viva, da vicino. «Fermati» ha urlato mentre partiva un altro colpo e per Adamas, a quel punto, non c’è stato più nulla da fare.

Al cacciatore sono stati sequestrati fucile e licenza di caccia. Nei suoi confronti è poi scattata una denuncia per “Uccisione di animali”, in base all’articolo 544bis del Codice penale. Il cinquantunenne, per spiegare il suo gesto, ha dichiarato di essersi impaurito per il comportamento aggressivo tenuto dal border collie nei suoi confronti e anche verso i suoi cani. Sull’episodio i carabinieri stanno svolgendo ulteriori accertamenti.

Cane ucciso a fucilate, il racconto dei proprietari

«Non riesco a capacitarmi che sia potuta accedere una cosa del genere – racconta Mensud Lepic –, ho visto che Adamas si muoveva ancora e non capisco proprio perché abbia sparato ancora. Forse avrei potuto salvarlo. Era una bestiola piena di vita – ricorda –, “il Brad Pitt dei cani”, dicevano i miei tre figli orgogliosi. Ma era anche dolcissimo e giocherellone. Sempre tranquillo, un pessimo cane da guardia, faceva sempre le feste a tutti. D’altra parte, ogni week-end lo porto, anzi lo portavo nei campi vicino a casa a fare una passeggiata, lui non vedeva l’ora e in qualche modo dopo pranzo mi chiamava per convincermi ad uscire subito.

Eravamo tutti molto affezionati ad Adamas, l’avevamo acquistato in un allevamento del Cividalese, ci aveva conquistato. Per me era diventato come un quarto figlio. Quel che più mi ha sconvolto di questo episodio – conclude – è che quell’uomo dopo aver sparato si è rimesso il fucile in spalla e ha fatto per andarsene, come se niente fosse. Io e due dei miei tre figli gli abbiamo impedito di allontanarsi fino all’arrivo dei carabinieri».

Adamas è già stato seppellito, insieme ai suoi giocattoli preferiti. Mentre la sua cuccia e il suo cibo sono stati donati al centro cinofilo Lupo nero di Fagagna.Su quel sentiero ieri c’erano ancora macchie di sangue. E i tre figli di Mensun, Berin, Irvin e Ismar sono tornati lì per ricordare il loro amico a quattro zampe.

Il cacciatore si difende «Stava per aggredirmi»
GAVAGNIN FOTO CACCIATORE CON CANE

Quando la notizia dell’uccisione di Adamas è stata pubblicata sul sito internet del “Messaggero Veneto”ed è finita sui social-network è stata condivisa da migliaia di persone ed ha suscitato centinaia di commenti. Alcuni dei quali molto forti, contenenti minacce nei confronti del cacciatore.

Tanto che gli stessi Lepic ad un certo punto hanno cercato di calmare gli animi pubblicando a loro volta alcuni messaggi: «Apprezziamo la vicinanza che state dimostrando – scrive Ismar – però vi inviterei a mantenere la conversazione nei limiti del civile per quanto riguarda il colpevole. Se pagherá, lo fará nei modi previsti dalla giustizia, le “forche” non aiutano la causa».

«Mi unisco all’appello di mio fratello – aggiunge Berin – e al suo ringraziamento. Sapere che ci sono tante persone che capiscono e condividono il nostro sentimento ci sta aiutando a superare questo difficile momento. Ma vi prego di moderare i toni. Abbiamo affidato la vicenda alla magistratura, consci che le leggi sono quelle che sono. Saranno loro ad agire, noi non possiamo fare altro che aspettare».

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