Sparatoria in centro a Udine, poi blitz in casa a Passons: ecco come sono stati fermati in poche ore i rapinatori

L'ingresso con il volto nascosto sotto un cappellino, la fuga sulla Bmw, l'arresto del palo e le confessioni del quarto uomo: tutto quello che c'è da sapere sull'assalto alla gioielleria Ronzoni

UDINE. Il volto coperto soltanto da un cappellino. Hanno agito in pieno centro storico, di mattina, prima rapinando una gioielleria poi sparando tra la gente durante la fuga. Ma i ladri che hanno terrorizzato negozianti e passanti, sono stati catturati dai poliziotti delle Volanti e della Squadra Mobile della Questura di Udine , dopo nemmeno tre ore, in una casa di Pasian di Prato.

Il “palo” della banda” è stato arrestato in flagranza mentre per i due banditi e l’autista che li ha aiutati a scappare è scattato il fermo di polizia giudiziaria. Ai quattro viene contestato il reato di rapina aggravata in concorso e ai due rapinatori anche il possesso di arma clandestina.

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Sono le 9.30: i rapinatori entrano in gioielleria

La gioielleria Italico Ronzoni in via Mercerie, angolo Mercatovecchio, ha appena aperto. All’esterno, a fare da palo, c’è Daniele Giugliano, 27enne nato a Milano, ma residente in provincia. I due rapinatori entrano nel negozio. Massimo Cangiano, 55enne di Napoli è armato e minaccia con la pistola, una Remington, calibro 45 semiautomatica con la matricola abrasa, il titolare Paolo Gremese.

Assieme a lui entra in azione il complice Nevio Cavallo, 34enne, anche lui napoletano. Entrambi hanno precedenti alle spalle. Vogliono avere subito e in fretta gli orologi. Il fratello, Andrea Gremese, al piano superiore, vede la scena attraverso le telecamere di sorveglianza interna e attiva l’allarme con il fumogeno. Intanto i malviventi costringono Paolo a dirigersi dietro al bancone, si fanno consegnare tre Rolex dal valore di circa 35 mila euro. Riescono ad acciuffarne un quarto, ma nella confusione cade a terra.

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Udine 20 Luglio 2019 rapina Agenzia Petrussi foto Turco Massimo


Andrea si precipita in aiuto del fratello e, quando vede i due rapinatori scappare, non ci pensa un attimo e inizia a inseguirli. I ladri imboccano via Mercatovecchio e corrono sotto i portici. Ma corre anche Andrea che riesce ad acciuffarne uno per la maglietta. I malviventi lo colpiscono con una gomitata all’occhio. Avrà sette giorni di prognosi (sarà poi medicato dagli uomini del 118). Cangiano, arrivato all’altezza di Tonini Interiors, si gira e spara un primo colpo ad altezza uomo che si conficca sulla vetrina del negozio di Luisa Spagnoli.

Il gioielliere riesce a nascondersi dietro a una colonna per poi riprendere l’inseguimento. «Al ladro, al ladro» urla Gremese. Un finanziere fuori servizio, che in quel momento si trova all’esterno del Caffè Contarena, tenta di bloccare uno dei banditi. Quando stanno per imboccare piazza Antonino Belloni, il rapinatore armato, dopo aver scaricato la pistola per tre volte (sono stati trovati tre proiettili inesplosi a terra) preme di nuovo il grilletto e spara ad altezza gambe, mancando il bersaglio. Da lì si dirigono verso piazza Duomo dove ad attenderli c’è una Bmw alla cui guida si trova Pasquale La Montagna, 27enne, residente in provincia, ma nato a Napoli, e scappano a tutta velocità.



La fuga in piazza Duomo e l'arrivo a Passons

I rapinatori si liberano del vestiario utilizzato durante la rapina. Intanto gli agenti delle Volanti, guidati dal commissario capo Francesco Leo e gli uomini della Mobile, coordinati dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan, si precipitano sul posto e arrestano in flagranza, anche grazie all’aiuto di Andrea Gremese, il “palo” trovato sul luogo della rapina che era già stato oggetto nel pomeriggio di venerdì di una serie di accertamenti, sempre da parte dei poliziotti, dopo la segnalazione ricevuta dai titolari della gioielleria di un via vai di persone sospette che gli stessi negozianti avevano anche fotografato.



Dopo le parziali ammissioni fornite dal “palo” e grazie alle precedenti verifiche effettuate, gli uomini della Questura riescono a individuare il luogo in cui i rapinatori si sono rifugiati. Poco prima delle 12, a nemmeno tre ore dal colpo, scatta l’irruzione in un appartamento a Pasian di Prato, nella zona di Passons, dove vengono trovati i due rapinatori, l’arma nascosta in un scatola di cartone con altri 16 proiettili compatibili con i calibri dei bossoli rinvenuti a terra dalla polizia scientifica, i tre Rolex già incartati in alcuni tovaglioli e del vestiario utilizzato durante il sopralluogo.

In una terza fase è accertata la responsabilità dell’autista della Bmw: l’auto viene rintracciata in un campo sempre a Pasian di Prato. Dopo essersi diviso dai rapinatori, La Montagna si presenta spontaneamente in Questura. Dice di essere stato avvicinato da due uomini, di cui uno armato, e di essere stato costretto a cedere la macchina a i rapinatori, dichiarazioni che non vengono ritenute attendibili. Ora continuano le verifiche per capire chi sia il proprietario dell’abitazione e accertare eventuali ulteriori responsabilità.

Parole di apprezzamento per il lavoro svolto dalle forze dell’ordine sono state espresse dal procuratore capo, Antonio De Nicolo. «Mi complimento con la polizia, che in poche ore ha risolto il caso e consegnato alla giustizia i responsabili – ha detto –, e con il finanziere che ha dimostrato un senso civico e uno sprezzo del pericolo davvero non comuni». Secondo il numero uno della Procura, la banda che ha compiuto la rapina ha dimostrato una «capacità criminale non comune dalle nostre parti».



La paura dei residenti e dei commercianti: "Ci siamo chiusi in negozio, la paura ci faceva tremare"

«Sono andata da Andrea, l’ho salutato e ho chiuso la porta. Sono uscita e, all’improvviso, ho sentito lo sparo. Due signore da dietro mi hanno detto “apra il negozio, apra il negozio che ci chiudiamo dentro”. Pochi secondi dopo abbiamo sentito un altro sparo».

Anche Gemma Gramola, la responsabile del negozio Nara Camicie, è visibilmente scossa, non riesce a credere che in un sabato tranquillo Udine si sia trasformata in un far west.

I commercianti delle vie Mercerie e Mercatovecchio hanno paura. Temono di trovarsi faccia a faccia con i rapinatori come è capitato ad Andrea Gremese, il gioielliere che gestisce l’oreficeria Italico Ronzoni con i fratelli Paolo, Roberto e Alessandro. Anche il presidente di Confcommercio, Giovanni Da Pozzo, esprime solidarietà ai Gremese: «Con il sollievo che il nostro socio sia rimasto illeso, siamo costretti a commentare un gravissimo atto di criminalità nel cuore di Udine».

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Udine 20 Luglio 2019 rapina Agenzia Petrussi foto Turco Massimo


Il presidente trasmette la vicinanza dell’associazione al commerciante aggredito nel suo luogo di lavoro. «Un fatto gravissimo – rimarca Da Pozzo –, che conferma tra l’altro come urgente la questione sicurezza per i gioiellieri, che di questo tema hanno discusso anche nella recente assemblea nazionale che si è tenuta proprio in città». Da Pozzo conferma inoltre la sua «massima fiducia nell’operato delle forze dell'ordine, sempre attente a prevenire i fenomeni criminosi e a intervenire con rapidità in situazioni del genere. La rinascita della città passa attraverso la lotta alla criminalità»

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