Spese pazze in Regione, "nessuna prova": Roma accoglie il ricorso di Sel

UDINE. L’assoluzione di Igor Kocijancic, ex consigliere regionale di Sel, perché della sua condotta illecita non ci sono prove.
E la condanna di Luigi Cacitti, ex esponente regionale del Pdl, per non aver dettagliato le spese chilometriche che si fece rimborsare dalla Regione.
Dalla Sezione giurisdizionale d’Appello della Corte dei conti di Roma arrivano due sentenze di segno opposto, le prime emesse dopo le molte condanne inflitte dalla Sezione giurisdizionale del Friuli Venezia Giulia, “verdetti” che hanno portato tutti gli consiglieri a presentare appello.
I magistrati romani confermano che Cacitti deve rimborsare al Consiglio Fvg 16 mila 781 euro. Per il Collegio la documentazione fornita dall’ex Pdl non consente di provare che le trasferte rimborsate erano state effettuate per esigenze di rappresentanza del Gruppo.
I magistrati rilevano nella sentenza che Cacitti «mancava di elementari indicazioni, anche sommarie, sulle finalità istituzionali di ogni viaggio, non indicava la località di partenza e quella di destinazione ma solo il chilometraggio effettuato e la dichiarazione di uso dell’autovettura secondo tabella Aci, chiarimenti da dover fornire in particolar modo al cospetto di viaggi frequenti».
Il Collegio elenca i di rimborsi ottenuti, «e di non poco conto», nel 2011 pari a 985,28 euro a marzo, 1.159 euro a maggio, 1.019,25 a giugno, 677,96, a luglio, 792,24 ad agosto, 670,24 a settembre. Il tutto – si legge nella sentenza – non senza riferire che per raggiungere da Tolmezzo, città di residenza, Trieste, sede del Consiglio regionale, Cacitti riceveva un rimborso forfettario mensile, per l’utilizzo dell’auto personale, presunto e senza necessità di dimostrazione, che ammontava a oltre 3 mila euro al mese.
L’ex Pdl insomma, «deve rispondere delle spese per trasferte di cui ha ottenuto indebitamente il rimborso, per non essersi curato di fornire adeguati giustificativi, ai quali non si ravvisa possa porsi rimedio, in termini di accertamento della veridicità dei viaggi e dell’interesse del gruppo di appartenenza attraverso la rinnovata richiesta di ammissibilità della prova per testi».
Kocijancic, invece, era stato condannato a restituire alla Regione 6 mila 588 euro, per spese di rappresentanza effettuate nel 2011, che secondo la Procura regionale della Corte dei conti di rappresentanza non erano. L’ex esponente di Sel nel ricorso ha evidenziato la violazione dei principi dell’onere della prova, spiegando che la Procura avrebbe dovuto dimostrare la sua mala fede e la non appartenenza delle spese a quelle di rappresentanza. Una motivazione che i magistrati hanno accolto.
Il Collegio ha anche sottolineato che la rendicontazione imposta in Consiglio non richiedeva dettagli sulle spese, ma solo un riassunto sommario delle singole voci. Kocijancic, quindi, alla Regione non deve nulla.
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