Spiaggia, hotel e ristorante sul Noncello Si parte dai pontili e da parco Reghena

Cosa c’è tra un sogno e la sua realizzazione? Un progetto, innanzitutto. E poi costanza, mezzi a disposizione e tanta volontà.
La partita che Pordenone si sta giocando intorno al fiume è centrale per lo sviluppo della città. Tanto si è discusso sull’opportunità di chiudere Riviera del Pordenone e trasformarla in una passeggiata lungo il Noncello ma c’è un altro tema che, nell’agenda del Comune, è destinato a occupare un posto chiave nel dibattito urbanistico dei prossimi anni.
Avere una spiaggia a Pordenone. Una spiaggia sul fiume. E intorno un albergo, un ristorante e un battello ecologico che, attraverso quattro fermate, colleghi il centro di Pordenone alla zona Fiera anche via acqua.
Fantascienza? Per niente, secondo i piani del Comune che, dopo la presentazione dei progetti dell’architetto Alessio Princic, della facoltà di architettura di Trieste, frutto di un incontro a casa del pittore Giorgio Celiberti con Flavio Caramia, presidente del Circolo nautico di Aprilia Marittima, ha deciso di passare all’azione.
Due i tavoli di trattativa aperti. Il primo con la proprietà privata di parco Reghena, rivitalizzato dalla Marcolin Covering in occasione del Festival Marcolin Urbangreen. Il secondo con la proprietà delle ex Corderie Corai, un’area che comprende due laghetti che “chiedono” solo di essere rivalorizzati.
Nel primo caso le parti si parlano, anche grazie alla possibile concessione di crediti edilizi, fattore che sta agevolando la trattativa. Nel secondo le carte sono in tavola e si attendono novità.
Il 2020 sarà l’anno della variante al piano regolatore e l’assessore ai lavori pubblici Cristina Amirante punta a completare l’iter che porti la ciclabile della Burida ad arrivare proprio a parco Reghena. Se così fosse e la trattativa andasse a buon fine, quest’ultima area verde potrebbe essere definitivamente recuperata e l’idea di realizzarvi la spiaggia e prevedere fermate per un ecobattello e l’apertura a investimenti come un hotel e un ristorante potrebbe cominciare ad assumere i connotati della realtà.
Orizzonte temporale? «Cinque anni» assicura l’assessore.
Tanti? Forse. Ma per un sogno vale la pena di lottare e, come dicevamo in apertura, servono un progetto, la costanza, i mezzi e la volontà. In fin dei conti, potrebbe non mancare proprio nulla. —
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto