Spilimbergo ottiene il trasferimento che non piace al Pd
SPILIMBERGO. Si dice moderatamente soddisfatto visto che, alla riforma delle Autonomie locali formulata dall'Amministrazione regionale, non ci ha mai davvero creduto, tanto da farvi ricorso per incostituzionalità. Eppure, il “colpo” messo a segno dal sindaco della città del mosaico, Renzo Francesconi, è di quelli che pesano e, soprattutto, sorprendono, facendo di Spilimbergo, un vero e proprio caso.
«Il fatto che la Regione, abbia accolto la nostra proposta di aderire all’Unione territoriale Destra Tagliamento, nonostante il parere contrario della minoranza che a Spilimbergo, ha lo stesso colore della maggioranza alla guida della Regione, è la dimostrazione di come il tempo delle recriminazioni, dei “no” a prescindere e di parte, delle strumentalizzazioni, sia finito e sia giunto il momento che a prevalere sia il bene della collettività» afferma Francesconi, uomo di centrodestra e coordinatore provinciale di Forza Italia.
Una proposta, quella di adesione all’Uti «che qualcuno, erroneamente - ribadisce - continua a chiamare “Uti del sanvitese”», parte da lontano.
Da un ordine del giorno lungo sei pagine, votato a maggioranza dal consiglio comunale di Spilimbergo a marzo, contenente la richiesta alla Regione di essere inseriti nella nascente Unità territoriale Destra Tagliamento, e respingendo al mittente la proposta della riforma Panontin di inserire Spilimbergo nell’ambito delle Dolomiti friulane, assieme a Maniaghese, Val d’Arzino e Val Cosa.
Una posizione, in realtà, quella di Spilimbergo, su cui Francesconi aveva fugato dubbi fin dall’inizio. A unire Spilimbergo e Sanvitese, ribadisce il sindaco, «sono legami linguistici e culturali, con l’asse del Tagliamento a fare da filo conduttore, una condivisione di servizi, a partire da quanto previsto dalla riforma sanitaria che ha rafforzato la sinergia degli ospedali di Spilimbergo e San Vito».
Per non parlare dei rifiuti, per la cui gestione, da luglio 2014, anche Spilimbergo si è affidata alla sanvitese Ambiente Servizi. E poi, l’offerta scolastica visto che, la nuova unione, a livello di scuole superiori «garantirà una copertura globale, per la quale potrebbe essere potenziato il trasporto pubblico», ribadisce Francesconi. Senza dimenticare l’avviata sinergia fra il Consorzio industriale nord dello Spilimberghese e il Consorzio industriale Ponterosso di San Vito.
E la montagna? A chi l’ha accusato di volerla abbandonare, il sindaco risponde: «Ci avevamo provato: essere capofila di un’Unione montana era fra i nostri obiettivi. Poi tutto è saltato con il mancato riconoscimento della nostra montanità. Allora, se non siamo montani, giusto guardare alla pianura, che non è soltanto San Vito, ma il territorio che va da San Giorgio della Richinvelda, che ha scelto prima di noi il sanvitese, fino a Sesto al Reghena».
Una scelta, quella di Francesconi, con buona pace del Pd locale, rivelatisi quindi vincente.
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