Sport e malori fatali, da Molent a Liut

Nel 2009 la scomparsa del cestista: aveva 22 anni. Nel 2012 la morte del calciatore 13enne a Chions

AZZANO DECIMO. Sono passati otto anni e mezzo dalla morte di Matteo Molent, il cestista di Azzano Decimo scomparso il 28 dicembre 2009, otto giorni dopo essere stato colpito da un attacco cardiaco al palazzetto dello sport di Gorizia. Nell’impianto si stava giocando la partita tra la Nuova Pallacanestro Gorizia e la Bluenergy Codroipo, formazione nella quale militava l’azzanese.

Dopo essere uscito dal parquet, Molent si era sentito male: aveva detto al suo allenatore di avvertire un grande freddo. Era stato fatto distendere sulla panchina, dove le sue condizioni erano peggiorate. Soccorso e trasportato in ospedale, il suo cuore aveva cessato di battere tre giorni prima della fine dell’anno.

Una tragedia che aveva scosso profondamente la comunità di Azzano Decimo, non soltanto quella sportiva, dove il giovane era molto conosciuto. Per cercare di evitare il ripresentarsi di drammi simili, l’assessore comunale alle politiche sociali, Roberto Innocente, ha avviato un progetto per dotare gli impianti sportivi e le principali strutture del territorio di defibrillatori, oltre che per formare i volontari all’utilizzo.

La morte di Molent ebbe anche conseguenze giudiziarie, visto che vennero rinviate a giudizio tre persone. Il ricordo dello sfortunato cestista è ancora vivo non soltanto ad Azzano Decimo, ma in tutto il Friuli occidentale: ogni anno si disputa il torneo “Giocando con Matteo”, il cui ricavato viene utilizzato per finanziare la borsa di studio istituita in sua memoria.

Rispetto alla scomparsa di Molent, invece, è più recente la morte di un ragazzino di Chions, Nicola Liut, che se n’è andato per sempre nel novembre 2012 dopo essere stato colpito da un arresto cardiaco mentre stava correndo per prendere il pullmino che avrebbe dovuto portarlo all’allenamento della squadra di calcio in cui giocava.

Il giovane, che aveva 13 anni, era stato soccorso dall’autista di un autobus e da due passati, intervenuti dopo aver visto il ragazzino a terra. Pochi minuti dopo, sul posto era transitato un mezzo dei vigili del fuoco del distaccamento di San Vito, chiamati per liberare il conducente di un trattore che si era rovesciato. Uno dei pompieri aveva praticato il massaggio cardiaco al ragazzo, in attesa dell’arrivo del 118. Pochi giorni dopo il 13enne era morto. (m.p.)

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