Sputi, spintoni e insulti: aumentano le aggressioni al personale medico in corsia

I dati della Uil vedono il fenomeno in crescita del 20% nel 2024, con 420 episodi: attacchi verbali nel 70% dei casi, un caso su due riguarda i presidi d’emergenza

Lisa Zancaner
Crescono le aggressioni al personale medico nei presidi sanitari
Crescono le aggressioni al personale medico nei presidi sanitari

L’ennesima aggressione agli operatori sanitari di cui il sindacato della Uil si è fatto portavoce, dopo aver raccolto la segnalazione da parte del personale aggredito che, proprio stando allo sportello della Uil, vede numeri in costante crescita: quasi 420 segnalazioni nel 2024, per il 70% verbali e che per il 50% avviene all’interno delle strutture di emergenza, colpendo per lo più il personale femminile.

«Un episodio gravissimo, l’ennesimo, che dimostra come la grave crisi di sicurezza nei presidi sanitari sia ormai fuori controllo – affermano il segretario regionale di Uil, Stefano Bressan e quello di Udine, Giacomo Toni –, la Uil Fpl esprime piena solidarietà ai professionisti coinvolti e ribadisce con fermezza che situazioni di questo genere non possono essere tollerate né minimizzate. La violenza contro il personale sanitario non deve diventare la norma: ogni giorno, infermieri, medici e operatori sociosanitari svolgono il loro lavoro con abnegazione e professionalità, ma sono costretti a farlo in condizioni di rischio inaccettabili. I dati parlano chiaro: le aggressioni ai danni del personale sanitario sono in costante aumento e rappresentano una delle principali criticità del settore».

Dati che lo sportello della Uil raccoglie da alcuni anni e che fanno capire le proporzioni del problema di chi entra in ospedale per svolgere la propria professione con il timore di subire un’aggressione.

Numeri, dunque: a livello regionale c’è stato un incremento delle segnalazioni del 20% nel 2024, basti pensare che solo nelle strutture di AsuFc sono state 220, tant’è che, anche nell’anno precedente, l’ospedale di Udine, assieme agli ospedali della provincia, è quello che ha raggiunto il picco di segnalazioni: 78 l’anno scorso in soli cinque mesi.

Poco più di un anno fa è stato grave l’episodio che ha visto un paziente scagliarsi contro un’infermiera con un palo della flebo, così come il 27 dicembre 2023 è stato segnalato il caso di un ragazzo di 19 anni che aveva aggredito un’altra infermiera.

Mettono in attesa il fratello ferito, lui aggredisce gli infermieri: urla, minacce e danni al pronto soccorso
I danni alla porta e al distributore dell'acqua sono stati subito sistemati ©Foto Petrussi

Da questi numeri il sindacato ha attivato lo scorso anno un corso di autodifesa che riprenderà anche quest’anno, visto l’elevato numero di richieste che, per il primo corso, sono state 100 a fronte di 50 posti disponibili. «Già in passato la Uil Fpl si è battuta per ottenere misure concrete a tutela degli operatori, arrivando persino a proclamare uno stato di agitazione al pronto soccorso di Monfalcone dopo ripetuti episodi di violenza – aggiungono Bressan e Toni – e, grazie alle nostre pressioni, è stata attivata la presenza di una guardia giurata per rafforzare il presidio di sorveglianza e garantire maggiore sicurezza agli operatori. Ora chiediamo che anche al pronto soccorso di Latisana vengano adottate misure idonee a garantire la sicurezza dei professionisti afferenti e degli utenti in attesa. Non possiamo più permetterci di assistere passivamente a queste aggressioni. La Regione e le aziende sanitarie devono intervenire con azioni concrete per garantire l’incolumità di chi ogni giorno si prende cura dei cittadini. Come Uil Fpl – concludono – continueremo a batterci per ottenere garanzie di sicurezza e rispetto per tutti i lavoratori del comparto sanitario».

Comparto dove vengono colpiti, principalmente, gli infermieri (40%), seguiti dagli operatori sociosanitari (30%), medici (20%) e non vengono risparmiati nemmeno gli amministrativi e tecnici con il 5% di segnalazioni. Solitamente, infatti, si pensa che i sanitari presi di mira siano medici e infermieri, ma non è così.

Oggi la tensione degli utenti si riversa anche su chi risponde loro al telefono e gli addetti agli sportelli che vedono centinaia di persone tutti i giorni, così come gli addetti ai servizi sociali. Sui primi, purtroppo, ricadono le aggressioni fisiche tra sputi e spintoni che sono ormai all’ordine del giorno. Agli altri insulti e offese che non fanno però meno male a chi cerca di svolgere bene il proprio lavoro.

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