Squadra in sette, la farsa del 20-0 ultimo oltraggio al marchio Sèleco

C’era un’epoca, una trentina d’anni fa, in cui la Sèleco era la quarta azienda d’Europa per produzione di televisori e videoregistratori. Dava lavoro a oltre 2 mila dipendenti ed era l’orgoglio di Pordenone. Il suo marchio campeggiava all’ingresso della fabbrica di Vallenoncello e il suo nome era abbinato ai progetti più innovativi e tecnologici che, nel settore, il secolo scorso ricordi.
C’è un’epoca, quella di oggi, in cui il medesimo marchio, Sèleco, compare sulle magliette di una squadra divenuta simbolo dell’umiliazione calcistica: la Pro Piacenza, seppellita dai 20 gol con cui il Cuneo ha scelto di affossare un’avversaria ridotta in sette giocatori under 19 sin dal fischio d’inizio, senza allenatore e costretta a schierare, in questa sorta di “formazione”, un massaggiatore di 39 anni.
E non è solo questione di sponsor perché se si cerca di prendersela con la proprietà di questa squadra, la Pro Piacenza, con chi cioè ha ridotto la società in queste condizioni, la risposta alla domanda su chi sia il padrone è proprio “Sèleco”. E il presidente? Il numero uno di Sèleco, per l’appunto: Maurizio Pannella.
Ma non è quel Pannella che fu ricevuto in pompa magna a Unindustria perché, con la sua Twenty spa, doveva riaprire lo stabilimento di Sèleco, riportare la produzione nella nostra città e rilanciare il nostro marchio storico? Proprio lui.
Non è lo stesso Pannella che poi, gettato via il piano di rinascita a Pordenone come un fazzoletto usato, aveva annunciato il trasloco a Trieste al magazzino 5 sul molo III in Porto Vecchio, salvo poi non aprire nemmeno lì? Proprio lui.
E la Twenty spa non è la società che nel maggio 2017 garantì alla Lazio del presidente Claudio Lotito una sponsorizzazione da 4 milioni di euro a stagione quando a fine anno ne avrebbe fatturato uno e mezzo? Proprio lei.
Ma il legame fra Lotito e Pannella prosegue sereno, tanto che quest’ultimo veicola il marchio Sèleco anche sulle maglie della Salernitana, la seconda società di Lotito.
Lo scorso giugno, non contento, Pannella acquisisce, col marchio Sèleco, la Pro Piacenza, seconda società della città emiliana, iscritta al campionato di serie C. Numerosi calciatori nell’orbita della Lazio e della Salernitana dell’amico Lotito (dal giovane Marchesi all’esperto Ledesma) passano alla Pro. Ma già a settembre la Sèleco chiede il concordato preventivo per evitare il fallimento, concordato che otterrà a inizio novembre. Poi la società comincia a non pagare gli stipendi ai calciatori: a ottobre grazie ai contributi annuali forniti dalla Lega Pro vengono saldati gli arretrati di luglio e agosto. Il resto è storia delle ultime 48 ore: la sconfitta 20-0, la conseguente esclusione della Pro Piacenza dal campionato e la revoca dell’affiliazione alla Federazione calcio.
Società cancellata, come la dignità del marchio Sèleco. —
A.B.
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