Stadio Friuli 2.0, dubbi nella maggioranza del Comune di Udine
UDINE. Lo stadio 2.0 continua a far discutere. Anche all’interno della maggioranza. Perché accanto alle valutazioni tecniche e giuridiche su cosa effettivamente l’Udinese possa o non possa fare all’interno del Friuli (nessun dubbio sulla piscina e il centro riabilitativo, diversi su birreria, market e gioielleria) Pd e Innovare stanno riflettendo anche sull’interesse pubblico di una simile operazione e, inevitabilmente, sulle conseguenze elettorali che potrebbe avere.
Perché tra un anno si vota e in molti non vorrebbero regalare all’opposizione un’arma in più in campagna elettorale. Ma il sindaco Furio Honsell non ha nessuna intenzione di perdere tempo o di rimandare la questione alla prossima amministrazione.
«L’Udinese ha presentato un progetto ed è nostro dovere dargli una risposta anche perché c’è un contratto in essere e buona parte delle attività che si vogliono realizzare all’interno dello stadio sono già previste nella convenzione», ha spiegato il primo cittadino nella riunione che si è svolta a Palazzo D’Aronco con gli assessori e i consiglieri di maggioranza.
Nessun dubbio anche sul fatto che il Consiglio comunale sarà chiamato a esprimersi. «Porteremo a breve la questione all’attenzione dei consiglieri e nomineremo il rappresentante del Comune alla conferenza dei servizi», assicura Honsell che ha promesso un nuovo incontro con la maggioranza per analizzare nel dettaglio lo studio di fattibilità che l’Udinese ha già illustrato alla giunta, corredato anche dal piano economico.
Prima della prossima riunione si attende anche la valutazione degli uffici e dell’avvocatura comunale in merito alla procedura da seguire. Perché la legge Delrio recepita dalla Regione parla chiaro e autorizza tutta una serie di interventi negli impianti sportivi ancora da realizzare o esistenti. Non solo.
È anche prevista una procedura semplificata con il solo via libera della Conferenza dei servizi. Ma il Comune ha ceduto il diritto di superficie dello stadio all’Udinese sottoscrivendo una convenzione. E bisogna quindi capire come la Delrio e la trasformazione dello stadio possa eventualmente modificare i termini della convenzione.
L’Udinese vuole realizzare una cittadella di 18mila metri quadrati con centro riabilitativo (che consentirebbe ai cittadini di beneficiare di un’assistenza medica di qualità analoga a quella dei calciatori professionisti) e fitness, piscine, saune, e parco giochi (una sorta di “piccola Gardaland”) per rilanciare la città e attirare anche turisti con il museo dello sport friulano.
E fin qui non ci sarebbero problemi considerato poi che anche nella convenzione in essere era prevista la possibilità di realizzare attività con funzioni accessorie a quella sportiva. Sulla birreria, i ristoranti, il market e la gioielleria, invece i pareri sono discordanti.
«Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’intervento proposto dall’Udinese sia un’opportunità - dice il capogruppo del Pd, Monica Paviotti - ma vogliamo anche valutare con attenzione quale possa essere l’interesse pubblico e portare avanti il procedimento nel modo corretto, cosa non banale considerando che si tratta di applicare una norma per la prima volta a livello nazionale e in un contesto già definito dalla convenzione». In molti restano convinti che si debba tenere conto anche dell’aumento potenziale del “valore” dello stadio dopo l’eventuale trasformazione di cui ovviamente non si è tenuto conto nella convenzione.
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