Stellini e scuola in lutto Santoro lascia un vuoto
Oggi il ricordo in istituto, domani alle 10.30 cerimonia in cimitero

Il vuoto che lascia Giuseppe Santoro è incolmabile. Incolmabile per la moglie Antonella e le figlie Anna e Rossella, incolmabile per la sua scuola, lo Stellini, e incolmabile per tutta l’istruzione regionale, ambito in cui aveva coltivato diverse amicizie.
Oggi alle 11 il liceo classico di piazza Primo Maggio si fermerà per ricordarlo e domani, alle 10.30 nel cimitero di San Vito a Udine, la famiglia gli darà l’ultimo addio con una cerimonia laica. «Siamo disperate – confessa la moglie Antonella –. È una tragedia anche perché mio marito aveva una forte personalità, ci sentiamo mancare una cosa molto grande. Giuseppe ha amato molto il suo lavoro, ma sono convinta che il suo impegno sarebbe stato il medesimo in qualunque altro campo. Ha sempre pensato in grande e spero che questo insegnamento resti alle mie figlie. Dove c’era un problema, c’era anche lui ad affrontare la difficoltà con molta grinta».
Nonostante la malattia, Santoro è rimasto a scuola fino alla fine di novembre. «Un impegno che gli è costato molta fatica – continua la moglie –, ma il fatto di non poterlo fare più è stato per lui terribile. Era molto triste. È stato malato per molti anni e in questo periodo il lavoro è stato un po’ la cura. Ma negli ultimi giorni ha sofferto moltissimo».
La malattia affliggeva Giuseppe Santoro da diverso tempo, «ma è stato davanti al riacutizzarsi dei problemi che il suo pensiero è andato alla nipotina Fiammetta, alla quale era legatissimo, e all’altra bimba o bimbo in arrivo ad aprile – aggiunge la signora Antonella –. Era molto dispiaciuto di non poterli vedere crescere».
Ieri in piazza Primo Maggio l’intero istituto era frastornato dall’impatto della notizia. «Santoro non era una persona semplice, era un uomo diretto, il primo impatto è stato difficile per alcuni di noi, ma rotta l’indifferenza iniziale, ora il suo resterà un ricordo indelebile». A parlare è la vicepreside, Monica De Nardi, che lo ha affiancato ed era sempre in contatto con lui, anche durante le ultime difficili settimane, insieme con la collega Beatrice Rigatti. «Mancherà tanto – ha ammesso – e sarà una sfida per chi lo sostituirà mantenere viva la sua eredità. Perché è stato Santoro, con il suo arrivo, a dare un’impronta nuova alla scuola, nel solco degli insegnamenti del greco e del latino. Al termine del collegio docenti di giugno, il preside fece un toccante discorso di commiato, un addio prematuro e commovente. Aveva riconosciuto di essere arrivato allo Stellini non per sua volontà, ma poi questa era diventata la sua casa. Si trovava bene con noi».
Nella sua carriera Santoro ha vestito anche i panni del sindacalista, fu segretario provinciale dell’Flc Cgil dal 1988 al 2004. «Pino ha rappresentato anche per la Cgil e per il sindacato della scuola, allora Sns, di cui è stato segretario, un punto di riferimento e ha avuto le capacità e le competenze tali da avviare un percorso di crescita politica per il sindacato», ricorda Natalino Giacomini, ex segretario dell’Flc e attuale segretario generale della provincia. «Il ricordo della Cgil e della Flc va a lui come persona prima di tutto e alla grande disponibilità e competenza che ne facevano una persona e un compagno speciale».
Mauro Grisi, segretario provinciale dello Snals-Confsal, ha conosciuto Santoro sul campo. «Ho iniziato a fare sindacato nel 2000 conoscendo l’amico Pino, allora segretario provinciale della Cgil Scuola – ricorda –. Uomo colto e determinato capace di porsi nel ruolo di rappresentanza tra genio e competenza con un carisma che lo caratterizzava distinguendolo ed erigendolo a riferimento per tutti noi che, come tale, ne manterremo a cuore il ricordo».
Vicinanza alla famiglia è stata manifestata anche dalla senatrice Laura Fasiolo e dal deputato Paolo Coppola.
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