Stop ai lavori dell’elettrodotto: continua il duello fra sindaci e Terna
UDINE. Il 24 luglio viene depositata la sentenza del Consiglio di Stato che impone a Terna lo stop dei lavori per la realizzazione dell’elettrodotto tra Udine Ovest e Redipuglia, ritenendolo – a un passo dalla fine, con 100 milioni di investimento di cui il 70 per cento già spesi e una parte dei piloni necessari a far viaggiare i cavi già costruiti – in violazione di una serie di norme paesaggistiche.
A cantare vittoria sono per primi i sindaci della pianura friulana (Palmanova, Mortegliano, Lestizza, Pavia di Udine, San Vito al Torre, Trivignano Udinese e Basiliano) che avevano presentato ricorso, ai quali, in un primo momento, il Tar aveva dato torto.
L’iter autorizzativo dell’opera, con 39 chilometri di cavi ad alta tensione srotolati lungo la pianura friulana e tralicci alti 61 metri che punteggiano il paesaggio rurale, era iniziato nel 2003, con l’inserimento nel Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale approvato dal Governo, e si era concluso il 12 marzo 2013, con il decreto autorizzativo del ministero dello Sviluppo economico.
Terna annuncia il ricorso in Cassazione, ma nel frattempo il cantiere, a cui lavorano 50 imprese e 150 lavoratori, viene sospeso.
Dopo lo stop per un vizio di forma di uno dei 50 pareri rilasciati, a novembre, il ministero dello Sviluppo economico ha dato l’ok al “procedimento di rideterminazione”, per la raccolta di nuovi pareri che portino all’approvazione di una nuova determinazione di conclusione del procedimento e autorizzi il completamento dell’opera.
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