«Stop alla Sagra dei osei»: sono in 1.500 a chiederlo VOTA

Sacile, continua la raccolta di adesioni alla petizione contro la tradizionale fiera. Il 27 luglio è prevista una manifestazione nazionale per sollecitarne l’abolizione

SACILE. Mai come quest’anno è a rischio la Sagra dei osei di Sacile. La pressione di ambientalisti e animalisti si sta facendo importante. La petizione promossa dagli animalisti in rete per dire no alla Sagra dei osei di Sacile ha raggiunto le 1.500 adesioni, mentre il 27 luglio in riva al Livenza si svolgerà una manifestazione nazionale contro le fiere ornitologico-venatorie e in primis per chiedere l’abolizione della tradizionale sagra sacilese che si svolge la prima domenica dopo Ferragosto. L’appuntamento si terrà dalle 17 alle 19 in piazza del Popolo.

«Sarà un’occasione unica e importante – sottolineano i promotori (Animalisti Fvg, Lega antivivisezione onlus, Lega per l’abolizione della caccia, con l’adesione di diverse altre associazioni) – per dare un segnale forte e chiaro a organizzatori e istituzioni e per dire, una volta per tutte, no alla più antica fiera ornitologico-venatoria d’Italia con i suoi 740 anni di gabbie e prigionia per migliaia di animali. La nostra intenzione è di ritrovarci numerosi in piazza del Popolo a Sacile sabato 27 luglio per chiedere a gran voce che l’edizione 2013 non abbia luogo e che la Sagra dei osei sia archiviata per sempre. Tutto questo è possibile solamente giocando d’anticipo ossia prima del 18 agosto».

Secondo gli animalisti è ora di dire no a questa sagra e a tutte le fiere ornitologico-venatorie. «Migliaia di uccelli – sottolineano i promotori della manifestazione di protesta – vengono allevati per vivere in gabbia e allietare con il loro canto un pubblico che ignora totalmente la loro sofferenza. Si tratta di uccelli migratori e uccelli esotici ai quali generazioni di allevamento e gabbie non hanno tolto lo spirito selvaggio e soprattutto la voglia di volare. Assieme a loro sono esposti e venduti ogni anno centinaia di animali di ogni specie considerati alla stregua di merce: schiavi non umani senza diritti né voce».

Per gli animalisti, inoltre,iniziative come questa, «fortemente volute dalle comunità di cacciatori e trasformate in eventi per famiglie», sono in realtà ricche di contenuti fortemente diseducativi «perché mostrano la sopraffazione del più forte sul più debole soddisfacendo l’egoismo di chi decide di rinchiudere piccole creature tra le sbarre privandone del sacrosanto diritto a una vita degna di questo nome».

Di qui la richiesta che sia posta fine «a questa sagra crudele e anacronistica». Richiesta reiterata nella petizione di cui è prevista la consegna al Comune di Sacile, alla Pro Sacile e alla Regione. La raccolta delle firme di adesione avviene via internet per cancellare un evento di quasi 800 anni. Per gli animalisti, infatti, la detenzione di uccelli in gabbia è giustificata in nome di una tradizione che affonda le radici in epoche lontane. «Tradizione – è la conclusione – che oggi è doveroso smantellare».

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