Stop alle ricette elettroniche: i medici frenano la Regione

Rispedita al mittente la direttiva che faceva partire il servizio in provincia di Pordenone. Il sindacato chiede soldi per il software. Tavolo a settembre con la Telesca

PORDENONE. Ricetta elettronica? «No, grazie. Ne riparliamo a settembre». Respinta al mittente quella che sembrava un’intimazione della direzione centrale della Salute e delle Aziende sanitarie che voleva far partire, ad opera dei medici di medicina generale, la ricetta elettronica in questi giorni.

«Un’iniziativa che - puntualizza Rosario Magazzù, segretario provinciale della Fimmg - non era stata concertata con i sindacati e, quindi, nemmeno con i medici, inaccettabile quindi innanzitutto per il metodo». Ma non è stato un “no” a priori e irremovibile, quello dei professionisti che dopo aver chiarito la propria posizione alle Ass e alla Regione, si sono resi disponibili ad un confronto che conduca ad un accordo.

«La ricetta elettronica - spiega Magazzù - presuppone una logistica tale da essere adeguata ad un flusso di dati almeno un centinaio di volte superiore all’attuale. Esiste questa rete? Gli strumenti informatici dei medici sono in grado di sostenerla? I collegamenti esistono ovunque? Non è pensabile che si imponga la ricetta elettronica senza prima aver verificato che esistano le condizioni affinchè il sistema funzioni. E nessuno lo ha fatto. Quando è scattato l’obbligo della certificazione di malattia on line, qualcuno ricorderà il calvario degli esordi causato da computer non idonei, da rete e collegamento assenti, da un sistema che nessuno aveva testato e che, all’improvviso, si è trovato a dover sostenere una mole di dati incredibile. Alla luce di quell’esperienza, è ovvio che prima di partire con un’altra rivoluzione ancor più “pesante”, sempre in termini di dati, della precedente, si verifichi la presenza delle condizioni di base necessarie. Anche perchè - spiega il segretario della Fimgg - se ogni medico compila e trasmette 4/5 certificati di malattia al giorno, di ricette ne rilascia oltre 100 al giorno, e se il sistema di trasmissione dei dati non è idoneo, sono intuibili le conseguenze...». Ricorda Rosario Magazzù «che lo Stato ha stanziato 250 milioni per questo progetto, sarebbe opportuno che queste risorse vengano messe a disposizione del sistema iniziando da una ricognizione delle apparecchiature e delle linee. La Regione - rimarca il sindacalista - non ha preso in considerazione questa cosa, e noi ci siamo rifiutati. Anche perchè - conclude - non possiamo continuare a rimetterci di tasca nostra».

Dopo il “gran rifiuto”, l’assessore Telesca ha risposto anticipando sarà la Regione a farsi carico di tutta la tecnostruttura necessaria finanziando in primis l’acquisizione del programma informatico e i servizi collegati e delle spese di collegamento alla rete internet per le postazioni dei medici.

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